in buona compagnia – day #60

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Un ottimo diversivo è preparare un elenco di tutte le persone conosciute in passato e pensarle alle prese con questa situazione assurda. Provate ad andare indietrissimo negli anni e partire proprio dai compagni delle elementari, gli amici con cui avete bruciato l’adolescenza, quella che vi ha limonato la prima volta, i buoni e i cattivi che avete incrociato per strada, datori di lavoro e colleghi. Per esempio, quello che è fuggito in Thailandia a fabbricare prodotti alimentari con la farina di insetti, come vive bloccato in casa? Quell’altro che disseppelliva i teschi dei suoi gatti morti per farne amuleti? Il modello che faceva i turni di notte nella web agency di Manhattan? L’artista che dipinge scenografie? Zia Carla? A tutti loro chiedo che motivo ci fosse per prendere strade così divergenti quando era destino che tutti quanti ci saremmo trovati reclusi in un loft grande come il mondo, senza via d’uscita. Sarebbe bello rivedersi nel passato e immaginare questa situazione, anziché parlare di drum’n’bass, di Democrazia Proletaria, delle ragazze dell’artistico, del duetto cabrio. In questa persistente immobilità spaziale tentiamo alternative di spostamento sostenibile lungo direttrici temporali, tutte da inventare.

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