le avventure del signor Gioacchino: il signor Gioacchino e l’auto più grande che c’è

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Il signor Gioacchino vuole comprare un’automobile grandissima e partire per una bella vacanza. Così un sabato mattina si mette un bel completo blu e va al negozio di automobili del centro.
«Buongiorno», lo accoglie il concessionario, «in che cosa posso servirla?»
«Voglio cambiare l’automobile», risponde il signor Gioacchino, «mi mostri l’automobile più grande che ha».

Il proprietario del negozio di automobili apre una porta e lo conduce in una sala gigantesca. «Che enorme garage!», esclama il signor Gioacchino. «Questo non è un garage», lo incalza il concessionario, «questo è il nostro show-room». Dietro a modelli di tutti i colori e le forme, il Gioacchino vede un’automobile color canna di fucile, grande tre volte tutte le altre.
«Ecco l’automobile più grande del nostro catalogo», dice l’addetto alle vendite. «Può provarla, se crede».

Il signor Gioacchino si arrampica sulla scala di acciaio, apre lo sportello e si mette al volante. Poi si guarda intorno e ammira l’abitacolo. Lì dentro ci potrebbero giocare una partita di calcio, tanto è ampio lo spazio a disposizione. Armeggia un po’ con i comandi, fa una smorfia nello specchietto retrovisore, e poi scende.
«Mi piace», dice il signor Gioacchino appena rimessi i piedi sul pavimento del garage che poi è uno show-room, «ma vorrei qualcosa di più grande». Così, sotto gli occhi sorpresi del concessionario e dell’addetto alle vendite, prende e se ne va.

Il secondo negozio di automobili è alle porte della città, e per raggiungerlo decide di prendere il tram. «In periferia i negozi sono più grandi», pensa il signor Gioacchino, «e sicuramente vendono automobili più grandi». E le premesse non tradiscono le sue aspettative: nel negozio di automobili di periferia non c’è lo show-room ma una maxi-esposizione.

Il pezzo forte della maxi-esposizione è un’automobile che, vista da fuori, sembra la fabbrica delle automobili che vede sempre alla tv. «Cominciamo a ragionare», dice il signor Gioacchino alla Responsabile Clienti mentre chiama il montacarichi che conduce allo sportello dell’automobile grande quanto uno stabilimento. Da lì, per raggiungere il posto di guida deve prendere uno scooter e, nel tragitto, il signor Gioacchino osserva con interesse quell’area sconfinata che, a occhio, potrebbe racchiudere un’intera città. Il cruscotto sembra quello di un’astronave di un film di fantascienza e il clacson fa tremare il suolo fino al paese vicino.

Terminato il sopralluogo, la Responsabile Clienti, sicura del fatto suo, chiede al signor Gioacchino se voglia concludere l’acquisto. Il signor Gioacchino dà un’ultima occhiata all’automobile grande come una fabbrica di automobili ma tanto ha già deciso. «Mi spiace ma non è ancora abbastanza grande come la vorrei».

L’ultima speranza per il signor Gioacchino è trovare un’automobile grande come la vuole lui nella gigantesca città mercato che si estende oltre la periferia. Il signor Gioacchino prende il treno e poi, con un taxi, raggiunge la città mercato. Nella città mercato si affida al servizio di navette interne gratuite e, dopo quasi un’ora, finalmente fa l’ingresso nel dipartimento delle automobili. «Mi faccia vedere l’automobile più grande che ha», si rivolge al receptionist che, in un lampo, gli affianca uno steward a bordo di una specie di macchina volante e insieme raggiungono un hangar che contiene un’auto dalle dimensioni inimmaginabili. «Questo modello è appena stato immesso sul mercato e sono convinto che la soddisferà».

Gioacchino si fa trasportare fino alla portiera del guidatore e, una volta dentro, rimane strabiliato. Quell’auto è davvero enorme, è il mezzo di trasporto più grande che abbia mai visto in vita sua. Prova ad esplorarlo e, passo dopo passo, chilometro dopo chilometro, si accorge che quell’automobile è grande come il mondo. Raggiunge i sedili posteriori, si affaccia dal finestrino e vede una prateria africana. Si sporte dall’altro ma lo chiude subito perché fuori c’è il Polo Sud e fa molto freddo. Il portellone sul retro dà su Central Park mentre il tettuccio apribile offre uno scorcio di un atollo nell’Oceano Pacifico. Quella è l’automobile che fa per lui.

Così, per tornare in fretta dallo steward e concludere l’affare, prende un volo di linea e atterra proprio nell’ufficio commerciale. «Sono contento che la nostra automobile sia di suo gradimento», dice lo steward porgendogli il contratto da firmare. «Devo dire che ho trovato quello che fa per me», risponde il signor Gioacchino stringendogli la mano. «Finalmente ho un’automobile grande abbastanza per partire per una bella vacanza».

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