la società delle decisioni

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La mamma di Marta lavora all’ufficio delle decisioni. Marta sa che quando i suoi amici o gli insegnanti le chiedono «Marta, che lavoro fa la tua mamma?» lei deve rispondere che lavorare all’ufficio delle decisioni non vuol dire prendere delle decisioni. La mamma di Marta fa l’impiegata e immette dei dati in un computer a seconda delle decisioni che prende chi dirige la società in cui lavora. Ma le decisioni che la società della mamma di Marta deve prendere, e che la mamma di Marta scrive nel computer, a volte sono decisioni anche importanti. «Cosa farò da grande?», chiedono i clienti di quella società. «Meglio comprare questo modello di lavatrice o quell’altro?» «Gianfilippo è l’uomo della mia vita?».

Di decisioni come queste, la mamma di Marta non sempre viene a sapere. Il responsabile dell’ufficio delle decisioni passa alla mamma di Marta un codice. La mamma di Marta digita il codice sul computer e poi immette la risposta che le viene trasmessa da chi, nella società, ha preso quella decisione. «Il ragioniere». «Il secondo modello ha un miglior rapporto qualità/prezzo ed è di classe energetica più efficiente». «Lascialo perdere, è un lazzarone».

La mamma di Marta legge le risposte, clicca sul quadratino a fianco di quella che gli hanno detto esser quella corretta, e poi clicca su invio. Quindi passa alla pratica successiva: apre una nuova pagina del programma che usa, immette il codice, verifica la risposta da inserire, clicca invio e la pratica si chiude. Da qualche parte nel mondo, un altro cliente della società in cui lavora la mamma di Marta ha preso la decisione giusta.

La società delle decisioni in cui la mamma di Marta fa l’impiegata non fa dei favori ai suoi clienti. I clienti pagano perché qualcuno prenda per loro una decisione difficile. Un po’ come la banca che investe i risparmi dei correntisti che custodisce, o le assicurazioni che prendono le difese di chi fa un incidente in cambio di una quota. Il costo delle decisioni cambia a seconda delle conseguenze che una decisione può avere. «Metto la cannella o il cacao sulla panna?» è una decisione che costa pochissimo. In inverno, quando sono pochi a mangiare il gelato, è sempre in offerta speciale. Dopo le vacanze di Natale, quando tutti i negozi fanno i saldi, salgono alle stelle i prezzi di decisioni come «Vado al liceo classico o al liceo scientifico?» perché tutti i ragazzini che frequentano la terza secondaria di primo grado devono pre-iscriversi alla scuola del nuovo corso. Potete immaginare, in primavera, quanto costa una risposta alla domanda «Mare o montagna?», in vista delle vacanze.

Marta sa però che la sua mamma è molto brava nel suo lavoro. Ogni tanto le racconta di quando riesce a origliare dalle porte dell’ufficio dei responsabili delle decisioni e sente cose buffissime. Nelle pause caffè, la mamma di Marta e suoi colleghi si divertono a simulare come avrebbero risposto loro alle scelte più bizzarre di cui hanno sentito discutere. Scelte di persone importanti e gente qualunque, poveri e ricchi, adulti e bambini, di ogni posto del mondo, gravi o sciocche, nuove fiammanti o di seconda mano.

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