sono uscito ma non mi è piaciuto

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Un giovane d’oggi a bordo di un monopattino elettrico senza manubrio con vistose scarpe da tennis multicolori e un paio di pantaloni dalla foggia di tuta da ginnastica/pigiama – quelli stretti in fondo con l’elastico sopra la caviglia – per poco non mi ha investito. Ero in coda fuori da un negozio Apple perché, per qualche ora, ho vagheggiato di acquistare un Macbook Pro 13” usufruendo dello sconto per gli insegnanti del 7% e dell’offerta di finanziamento in venti rate a tasso zero. C’era una grafica che portava in riparazione un computer fisso di quelli che hanno tutto dentro al monitor da centinaia di pollici, mai visto un monitor così grosso, e lo teneva in un borsone di plastica di un supermercato. Un signore era in coda con il padre anziano per riparare l’iPhone ma poi, quando ha capito che si poteva entrare uno per volta, hanno desistito. Quando è stato il mio turno l’inserviente ha imposto la stessa regola a me. Mia moglie è rimasta fuori e sono stato accompagnato dall’ingresso al bancone. Era una ragazza molto giovane, con gli occhi che risaltavano per il trucco sopra la mascherina e le unghie pittate e rostrate come si usano adesso. Tra la mascherina e la protezione in plexiglas non capivo nulla delle risposte che mi dava, così mi sono messo di lato per cercare di cogliere meglio quello che diceva. Probabilmente la vendita al dettaglio non ha ancora preso le misure con le nuove convenzioni per gestire la clientela, un equivoco che mi ha lasciato fraintendere la sua inesperienza per il commercio in tempi di pandemia con un approccio sbrigativo e di scarsa professionalità. Mi ha rifilato una sfilza di ostacoli all’acquisto, a partire dalla carta di identità di nuova generazione con il chip che non contiene le informazioni adatte a dimostrare la veridicità della professione dichiarata. Il fatto è che il modello di Macbook Pro, appena messo in commercio, non era ancora disponibile in negozio. Ho dovuto insistere per farmi dire che l’arrivo era solo una questione di giorni. Voglio dire, se fossi un addetto alle vendite è la prima cosa che direi a un potenziale cliente per convincerlo sulla tempistica irrisoria. Rientrando in auto sono passato davanti al mio ristorante cinese preferito con l’idea di dare un nuovo senso alla giornata, ma le serrande sono ancora completamente abbassate. Niente computer, niente noodles, niente felicità al di fuori delle mura di casa. Così ho stappato una birra, mi sono seduto sul balcone, e ho fatto altre tre o quattro cose tratte dalla routine consolidata di questa quarantena. Ho provato a uscire ma, davvero, non mi è piaciuto per niente.

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