mezza estate

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Dopo tanto tempo dedicato a fare la stessa cosa si corre il rischio di ripetersi. Dopo tanto tempo dedicato a fare la stessa cosa si corre il rischio di ripetersi. Ci riflettevo qualche giorno fa pensando a Ennio Morricone e ai grandi artisti che, paladini di uno stile unico, ogni volta in cui si sono espressi sono stati in grado di dare vita a qualcosa di nuovo e mai visto e hanno fatto centro. Una fotografia, un libro, un quadro, la musica per un film. Ed è proprio qui quello che differenzia una persona speciale da una mezza calzetta. La frustrazione più grande per un musicista è proprio quella di accorgersi di comporre sempre lo stesso pezzo. Alcuni dicono si tratti di una questione di tecnica: più sei allenato, più riesci a dar voce alla tua ispirazione mettendo le mani nei posti giusti dello strumento che pratichi. Anzi, spesso la tecnica si comporta come quei composti che servono a tappare i buchi, rimarginare le ferite, tenere insieme cose che non c’entrano granché. Ti manca l’accordo? Sei hai studiato armonia sai dove andare a parare. Se hai sprecato il tempo con il Subbuteo anziché preparare gli esami al conservatorio metti quello che sei abituato a mettere ogni volta che provi a creare una canzone nuova e alla fine spegni l’ampli, deluso da te stesso dopo l’ennesima hit naufragata nel mare delle banalità.

Per non parlare della scrittura. Se ci fosse un sistema per lanciare query sullo stesso argomento – lasciate perdere tag e keywords – sono certo che in certi pluridecennali blog si potrebbero razionalizzare il numero di post in non più di una ventina. Faccio per dire, eh, e non pensiate stia parlando necessariamente di me.

Ma qui entra in gioco anche la memoria. Capita a tutti di non ricordarsi di aver scritto una cosa e di riscriverla successivamente. Capita a tutti di non ricordarsi di aver scritto una cosa e di riscriverla successivamente. In realtà volevo solo dire che noi insegnanti milanesi siamo a casa da venerdì 21 febbraio e una persona normale, in tutto questo tempo, sarebbe riuscita a dipingere la cappella sistina, scrivere “Pastorale americana”, registrare almeno nove sinfonie per orchestra, scolpire una statua di Montanelli, piazzarla nell’omonimo parco e farsela imbrattare, trovare il metodo più efficace per aumentare il traffico sul proprio blog. Se solo ci fossimo messi d’impegno. Invece ci siamo trovati catapultati nel mezzo dell’estate – avete capito il motivo del titolo – senza aver combinato un cazzo di tutto questo, in alcuni casi con qualche chilo in più.

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