ecco come giocarsi la visita del premier

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Un sindaco del sud che si batte contro le cosche. Cioè, contro le cosce.

c’è posto per tutto

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Idea intelligente: una bella centrale nucleare in una zona a bassa densità abitativa come la Lombardia

 

 

sì, sarebbe il caso di preoccuparsi

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Post di Zoro, sul blog de LA7. A proposito.

“Ma tu sei Zoro!”, mi urla alle spalle un signore in giacca e cravatta slacciata che dopo aver avuto conferma del riconoscimento m’abbraccia e mi bacia. Sono a Mirabello, Ferrara, festa della libertà e del futuro, qualsiasi cosa s’intenda per libertà e per futuro. Il signore dell’alto Lazio che si confida con me nell’attesa dell’evento ha superato i 60 e mostra con orgoglio sul bavero della giacca un distintivo del Partito Nazionale Fascista.
“So’ 15 anni che ho mollato Fini, mo vedemo che dice. Se c’ha il coraggio de tirà fori le palle, je ridò na mano”. Quando gli chiedo cosa abbia votato negli ultimi 15 anni mi dice “un po’ di tutto, da Forza Nuova a Di Pietro, pure la Scicolone, ho provato tutti, m’hanno deluso tutti, e mo sto qui”.
Qui è una grande festa dell’Unità futuribile. A chi come me ha quasi solo dimestichezza di stand e gazebo e salcicciate e grandi ristoranti in batteria, se non fosse per tutte ste bandiere italiane a significare che loro si sentono più italiani degli altri, differenze non saltano all’occhio. E quando Fini parla, la confusione, almeno nella mia testa, aumenta.
Un discorso che, se non ci fossero le citazioni di Almirante e Ezra Pound e una concessione al Lodo Alfano che sa più di provocazione che di approvazione, l’avesse fatto un leader a caso dell’opposizione formalmente titolata ad opporsi, nessuno avrebbe avuto da ridire, anzi. Attacchi ai tagli del governo con riferimenti espliciti al mondo della scuola, difesa delle istituzioni a partire da Napolitano, della magistratura, dell’integrazione, dei deboli, dei giovani, delle donne, attacchi al conflitto d’interessi della stampa servile, infame e stalinista (che tra fascisti la parola fascista ha significati diversi da quelli universalmente intesi e se ne scelgono altre), fino all’epitaffio sul Pdl.
Che “è morto”.
Va tutto bene o quasi, non fosse che un discorso che avrebbe avuto scroscianti applausi anche e soprattutto alla Festa del Pd di Torino, viene acclamato dalla platea più orgogliosamente fascista nella quale mi sia imbattuto negli ultimi anni.
Sembra quasi che chi ascolta non si curi di quello che Fini dice. Qualsiasi cosa dica va bene, che sappia di nostalgico o futuribile, che profumi di destra o dica cose che spetterebbero alla sinistra, poco cambia.
A comizio finito, mentre sbirciamo come fotografi di Chi tra le tende del ristorante della festa dove Fini e Tulliani cenano, un ragazzo ciociaro mi dice a cuore nero aperto: “io sono contento, sono fascista, mio padre è stato pure eletto ma poi quelli l’hanno fatto fuori, e guarda, ti dico, piuttosto che Berlusconi voto chiunque altro. Tra Vendola e Berlusconi voto Vendola, senza problema. Lui ha riconosciuto il nostro diritto a parlare, ad esistere, di fatto ha superato l’antifascismo che non ci voleva far dire la nostra, ha dimostrato di essere davvero democratico”. E mi saluta calorosamente, come il signore fascista di qualche ora prima. Sanno come la penso, sanno quanto posso essere diverso da loro, sanno e ignorano che se sono anticostituzionali un motivo ci deve pur essere da qualche parte, ma è tutto passato, roba irrilevante.
I futuristi per la libertà fascista di Mirabello vogliono fare politica, hanno passione da vendere (che per 15 anni hanno venduto ad un acquirente che a loro dire non la meritava), e guardano al futuro.
Nella confusione, sarebbe il caso di preoccuparsi.

kondoglianze

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In questi ultimi tempi numerosi episodi di trasgressione delle fondamentali norme della convivenza civile si sono verificati dovunque con allarmante frequenza, tanto da far apparire ormai la trasgressione norma e l’ordine stravagante trasgressione. Tutto questo, secondo il Ministero, è certamente fomentato e provocato da una piccola minoranza che cova da qualche parte; perciò questo Ministero decide di colpire alla radice, chiudere i luoghi in cui si diffondono idee contrarie all’interesse pubblico, in cui si praticano forme di esistenza illecita e lesiva della pubblica morale e produttività, in cui si creano le condizioni per un assenteismo che sottrae energie preziose all’economia.
Data però la ben nota difficoltà di definire con esattezza le caratteristiche di un covo e la straordinaria capacità dei criminali di travestirsi da persone umane, questo Ministero propone le seguenti caratteristiche: è da ritenersi covo un luogo in cui:
uno: siano rintracciati letti sfatti oltre le dieci del mattino;
due: si trovino libri del dadaismo tedesco;
tre: siano gettate per terra lattine di birra vuote, cartine e tabacco;
quattro: non si sia pagata la bolletta del gas del mese di giugno;
cinque: sia sorpreso qualcuno a dormire o ad ascoltare i Rolling Stones in orario lavorativo.

Per il momento ci limitiamo a questo, ma speriamo che tutti i cittadini vogliano collaborare e scoprire i luoghi in cui si cova. Intanto ricordiamo che il reato di cospirazione contro lo Stato, si compie in ogni luogo in cui si rompe l’ordine del lavoro, della famiglia, della televisione, della parola. Cospirare vuol dire respirare insieme.

Firmato: Francesco Cossiga, Ministro dell’Interno.

mi devo preoccupare, non mi devo preoccupare, mi devo preoccupare, non mi devo preoccupare…

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Un paio – abbonderò per difetto – di cose viste e sentite negli ultimi giorni. Il periodo è un po’ la morte dei sensi, si sa, ma gli stimoli esterni non godono di molta salute. Cioè, non sono io a vedere tutto grigio scuro.

Un paio di giorni fa, meno che a spasso, diciamo trascinando le membra forzosamente tra le vie perpendicolari che fanno da cornice al mio ufficio. In viale Piave, intorno alle 13.30, sotto una temperatura canicolare, una statua tutta blu – non immagino né chi fosse la persona dentro né chi fosse la persona “fuori”, in tutti i sensi – proprio nel lato battuto dal sole. Fermo. Immobile. Statuario. Ma nessuno passava, sì, sono passato io e pochi altri. Mi ha riportato alla mente un libro letto un paio di mesi fa o forse più, Observatory Mansion di Edward Carey. Consigliato. Sconsigliato invece il mestiere di statua in quelle condizioni. Anche se mi vien da dire in tutte le condizioni. Vedo statue umane da vent’anni. Provare a cambiare il repertorio? E uno.

Oggi ho pensato che il Futuro delle Libertà sia tutto qui. E anche un po’ quaqquaruaqquà. E due.

Rientro orora, infine, da una fuga dal concerto dei Fratelli Calafuria. Sarà che non sono più abituato agli standard indie italiani. O i suoni che non erano granché. O il nuovo corso e il nuovo batterista. O, conoscendoli solo su disco, li avevo idealizzati. Ma sono scappato. Tra me e quel palco, c’era il baratro. Prometto di non vedere altri concerti prima dei The National. E tre.

la freccia rossa, la freccia nera

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Quando non era sicuro viaggiare sui treni e sostare in stazioni, ma i parassiti, le lenzuola d’oro, la tav, la pulizia delle carrozze in sub-sub-subappalto e i pendolari in protesta sui binari non ne erano ancora la causa. Le voci nel giorno della commemorazione, anche se la commemorazione dovrebbe essere ogni giorno, ogni giorno degli ultimi 30 anni. Ma che rievocazione sarebbe stata, senza l’assenza del governo? O forse il governo allora c’era, ma dalla parte sbagliata.

*.e libertà

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Dopo varie proposte di nomi, io ho fatto la mia ed è stata accettata: mi fa molto piacere, perché in un momento storico importante l’idea di aver dato il nome ad un nuovo partito è bella. Perché questo nome? Credo che Gianfranco Fini sia la persona che incarna meglio l’idea di un futuro di libertà per questo paese, perché ha un grande rispetto per le istituzioni e ha voglia di migliorare l’Italia”. Futuro e libertà è un auspicio che vale per tante cose: “Nella ricerca, nella laicità rispetto alle religioni, nell’economia.

La paternità è quindi di Luca Barbareschi. A parte questo, la libertà sembra stare bene  con tutto. Prima di futuro e libertà c’erano sinistra ecologia e libertà, addirittura un ossimoro come “fascismo e libertà”, il movimento del senatore Pisanò. Davvero parole in libertà.

questa casa delle libertà non è un albergo

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Quando finisce un amore. Resta da capire chi ha lasciato chi.