la curiosa legge del supermercato

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Pur criticando la deregulation che consente orari di apertura sempre più creativi per i centri commerciali, non mi faccio nessuno scrupolo (la coerenza, innanzitutto) a sfruttare la possibilità di far la spesa alla domenica. In zona c’è un’elevata densità di supermercati, ogni catena della GDO non si è lasciata sfuggire l’occasione di colonizzare in ogni dove l’hinterland milanese, i consumatori hanno l’imbarazzo della scelta tra gare al ribasso e offerte tentacolari treperdue anche nei giorni festivi. Ma i criteri di apertura sono incomprensibili: domenica scorsa, per esempio, era tutto aperto, a differenza di oggi.

Sono uscito stamattina per comprare un paio di cose di cui avevo bisogno, i classici due litri di latte, qualche scatoletta per i mici e generi di uso quotidiano, ma non avevo fatto i conti con la dura realtà del commercio. Serrande abbassate ovunque. Il tutto certificato anche dai vari siti (che sarebbe stato meglio consultare prima, anziché dopo) tipo domenicaapertoamilanopuntocom. A quanto sembra, farsi concorrenza e mettersi i bastoni tra le ruote con aperture straordinarie simultanee risulta più redditizio (o garantisce meno perdite) che assicurarsi l’esclusiva degli acquisti domenicali stabilendo turni alternati, per esempio, a copertura garantita del servizio sempre. Un sistema che potrebbe essere regolamentato in via ufficiale, in assenza di buon senso di chi gestisce i centri commerciali. Che, anche se sono non-luoghi, è sempre meglio trovare non-chiusi.