let’s dance to manovra

Standard

E giusto per sdrammatizzare, stamane tra un taglio di qui e una tassa di là si parlava con alcuni amici dei pezzi più divertenti da ballare della storia del dancefloor, un argomento vasto tanto quanto l’intera produzione musicale. Perché voi mi insegnate che qualunque cosa può essere ballabilissima e interpretabile attraverso un corpo dotato da almeno un quarto di mobilità, che il ritmo è nel sangue indipendentemente dal colore della pelle perché è soggetto solo al modo in cui ciascuno ascolta la musica e la trasferisce alle proprie membra. Sono partiti fischi con “One step” dei Kissing the pink proposta dall’ala “oneshot”, un po’ ingiustamente, forse i più critici non l’avevano mai ascoltata in precedenza. Ma come dar loro torto, basta con ‘sti anni ottanta, diamine. Così, onde evitare provocazioni, abbiamo ristretto il campo: almeno dal 1990 in poi, niente rock perché non si parla di saltelli sul posto o di spintoni a casaccio, niente classiconi da discoteca tipo Rythm is a dancer o What is love?, niente ska e reggae. Ecco, i pezzi più ballabili tra quelli mediamente commerciali, mediamente conosciuti, mediamente cool, oggettivamente ritmati, brani grazie ai quali in situazioni più o meno critiche da tasso alcolico fuori controllo abbiamo passato tre minuti di puro divertimento fisico, da soli o in compagnia, muovendoci come forsennati al chiuso di un club o all’aperto di un party estivo, in entrambi i casi soggetti a smodate sudorazioni. Nessuno dei miei due candidati ha vinto la competizione, non si sono nemmeno classificati dignitosamente, quindi ho pensato di rimetterli al vostro giudizio. Sono graditi like e apprezzamenti in cambio del buon umore che ricaverete dall’ascolto delle canzoni qui sotto. Sapete quanto mi piace quando dite che ho ragione, soprattutto in ambito musicale. Pronti?