faccia da cubo

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La prof di Arte è scesa fin nel cortile del comprensorio scolastico quando l’ha vista piangere seduta sul gradino dell’uscita di sicurezza della palestra nuova, costruita proprio perché quella vecchia non era provvista dei portelloni di sicurezza con l’apertura verso l’esterno e le diverse classi, sia del liceo che dell’istituto tecnico che hanno sede lì, non avrebbero più potuto sfruttarla per le lezioni di educazione fisica secondo la nuova normativa vigente. Lei, la prof, sembra uscita da un film della Nouvelle Vague francese ed è quanto più simile a un’insegnante di educazione artistica che si possa immaginare. Vive all’ultimo piano di un edificio in città, l’unico che chi vuole darsi un tono vi trova qualche somiglianza con le tipiche case parigine. In salotto tiene lo stendino con una gran quantità di roba nera ad asciugare grazie all’aria che entra dagli abbaini, e l’arredamento deve fare i conti con la presenza dei ferri del mestiere di una pittrice. Sua figlia è molto particolare, d’altronde con quella madre lì non poteva crescere diversamente, e ha una forma del viso quadrata ma a suo modo graziosa. Lei, l’alunna che invece sta trascorrendo l’intervallo in lacrime, ha sul palato il gusto dolciastro di un bicchiere di latte tiepido che si sta mescolando con il sapore amaro di una delusione sentimentale. Nel mentre fuma una Marlboro e tormenta un foulard stretto al collo con il logo di una nota marca di bevande gassate ripetuto a pattern, in bianco su rosso. La prof d’Arte che ha capito tutto le si avvicina e dice alla ragazza che non deve disperarsi, ma se accetta un consiglio dovrebbe sottoporsi a un’operazione di rinoplastica del setto nasale. Sei una ragazza bellissima, le dice, se non avessi un naso in quel modo, con un profilo così anomalo, sembri uscita da un dipinto di Picasso. La prof è certa, dall’alto del suo senso estetico, che basta un’intervento risolutivo per farla diventare davvero splendida e che, se vuole, può consigliarle un suo amico chirurgo che, data la morfologia stessa delle mucose interne, potrebbe addirittura farla passare per vie ospedaliere e, quindi, a spese del servizio sanitario statale. L’intervallo finisce, la ragazza torna in classe mentre la prof, per oggi, ha terminato le lezioni e torna al suo atelier domestico.