grillo e la strategia di annibale

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Consapevole della perdita di consenso dovuta a quell’altro pallone gonfiato di Renzi, in una gara demagogica a chi la spara più grossa nella quale alle amministrative e alle politiche difficilmente i nazisti del grillinois potranno arginare con il loro populismo quell’altro che a botte di ottanta euro a pioggia corrode le percentuali altrui nei sondaggi, Grillo ha pensato di prenderla larga. Conquisterà l’Italia passando dall’Europa. Da qualche tempo infatti le elezioni europee sono diventate il punto di non ritorno per la nuova invasione della Polonia, una metafora a sostegno dell’aggressione alla nostra vita politica. Il M5S sostiene infatti che farà il pieno di voti per il parlamento europeo e che da lì influirà sulle decisioni collettive a favore dell’Italia per le più celebri fissazioni del movimento (l’euro, il debito, le banche ecc..). Dall’Europa, Grillo così scenderà con i suoi in Italia per riaccaparrarsi le simpatie degli anti-casta, dei forconi, dell’opinione pubblica che si informa sui siti dei complottisti, dei qualunquisti passando attraverso le Alpi come ha fatto appunto Annibale che, non potendo arrivare direttamente al cuore del nostro paese, l’ha presa da lontano, facendo il giro più lungo nemmeno avesse avuto un navigatore con le mappe non aggiornate. Ma manca sempre un piccolo particolare alla sua tattica di conquista, e l’intervista di ieri sera con Mentana – pur nella totale mediocrità di entrambi – ha confermato questa lacuna. A meno di non attirare una valanga di consensi, i pentastellari dovranno pur mettersi da qualche parte, apparentarsi con qualcuno, entrare in qualche gruppo, collaborare per il bene comune. Grillo continua a dire che valuteranno una volta insediati, ma è facile intuire dove convergeranno le attenzioni, considerando nei partiti degli altri paesi aderenti all’Unione chi è che persegue gli stessi obiettivi euroscettici. E ancora una volta sono certo che, pur di accaparrarsi potere, non esiteranno a stringere accordi programmatici con l’estrema destra, a dimostrazione che la tecnica avulsa dalla politica genera mostri di disinformazione. C’è poi un altro punto su cui riflettere, emerso durante l’intervista di ieri. Grillo conferma che i fenomeni rivoltosi in Ucraina e in Egitto sono stati caratterizzati da movimenti di piazza che hanno rovesciato referendum o elezioni tenutesi democraticamente, con il dubbio dell’esistenza di qualcosa che ne abbia manovrato gli esiti opposti. Ecco, qualcuno dovrebbe spiegare che in Italia le dinamiche sono le stesse. C’è un parlamento nominato a seguito di un voto regolare, c’è una maggioranza alla quale può aderire chiunque ne condivida obiettivi, intenzioni, volontà riformiste e visione. Governare da soli, con l’avallo dei raduni e dei vaffanculo, fa parte dell’altra politica, quella dei governi totalitari e delle ingerenze occulte che, sempre secondo la strategia di Annibale, si muoverebbero come elefanti nella nostra fragile democrazia.

sciropparsi mentana

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Seguire il telegiornale di Enrico Mentana per me è un enorme sacrificio. Intanto perché così tanti anni sul libro paga di Berlusconi lasciano comunque una macchia sulla carriera di una persona a vita, e questo lo penso anche di quelli che un giorno presentano Zelig e la sera dopo sono sul palco a celebrare la vittoria di Pisapia.

Poi trovo ammorbante  la struttura stessa del telegiornale de la7. I primi dieci minuti buoni vanno via con Mentana che fa il pippotto presentando la scaletta delle notizie della serata, imbastendo già un po’ di commenti e di facezie sui fatti del giorno. Che poi a me annoia tantissimo sentirlo parlare, mi immagino avere un professore così alla prima ora di lezione e già che il tg delle 20 è in una fascia molto a rischio, che dipende dalla giornata che hai avuto e da cosa hai preparato per cena. Finita l’introduzione rinforzata, ecco i titoli veri e propri, annunciati da Mentana. Sì, ancora lui. Per fortuna ci sono le immagini a corredo, ma sotto la voce è ancora sua che ripete la sintesi dell’introduzione precedente, e anche qui va via un altro paio di minuti. A quel punto finalmente inizia il telegiornale vero e proprio, condotto da Mentana. Ogni servizio, quelli che sono gia stati accennati due volte, viene introdotto una terza volta, quand’ecco che finalmente si entra nella notizia, l’unica oasi giornalistica della trasmissione in cui non si sente la voce di Mentana, pronto a chiudere però lo spazio di ogni argomento riprendendo il commentino di cui ha già dato un assaggio in apertura. Ma ecco la soluzione. Ho scoperto che la domenica è il giorno di riposo di Mentana, ho provato a seguire il telegiornale de la7 senza di lui e ho capito. Non è un problema di format.

per la massa

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Quando il giornalista o il presentatore di un programma di informazione diventa una sorta di mediatore culturale con il pubblico, non lo fa certo con il fine umanitario di rendere l’esperienza dello spettatore più facile e piacevole. Anche perché o si tratta di un Gad Lerner, così acuto ed elevato da trovare la sintesi di tutto, e l’interpretazione di quanto accade durante il suo programma è il programma stesso. In tutti gli altri casi è solo il demerito di una personalità impropriamente ingombrante che pervade l’anchor man di turno, perché non occorre essere Umberto Eco, da questa parte dello schermo, per capire il senso di quello a cui si assiste e si ascolta anche senza l’intermediazione del Fabio Fazio o Enrico Mentana di turno. Ops, volevo tenermi i nomi per la fine del post e non farvi capire subito di chi stessi parlando, mai che riesca a creare un po’ di suspense.