ecco perché i colori è meglio sceglierli alla luce del sole

Standard

Una relazione complicata con il disordine nasce probabilmente da un disordine interiore, e se qualcuno per fare colpo in un senso o in un altro prima o poi vi posta una foto della sua scrivania in ufficio per darvi un’idea di come è messo dentro ditegli che non vale. La prova del nove è la casa messa a soqquadro per cambiamenti inderogabili come la classica rinfrescata alle pareti, operazione che per le temporanee conseguenze che porta dovrebbe essere annoverata tra i crimini contro l’umanità.

Prova ne è che ci si ritrova a scrivere i propri pensieri a riguardo a ore poco abituali per questo genere di attività riflessive, in postazioni di risulta, con gli animali domestici che patiscono a loro modo l’esposizione di mobili ed effetti personali in aree che loro erano abituati a vedere in un certo modo e per ben altri usi. Una volta, quando giravano di più i soldi, c’era questa abitudine di tinteggiare le stanze ogni due o tre anni. C’era anche molta gente in grado di fare da sé. Io vi giuro che ci ho provato un paio di volte, e vuoi la fatica, vuoi i risultati, oggi preferisco fare qualunque cosa di altro piuttosto che mettermi con rulli e pennelli e fissativo e latte che poi non sai mai come smaltire del tutto. Subisco ancora oggi i postumi di un tinteggiatura con rimozione di carta da parati preliminare, un supplizio che non auguro nemmeno al mio peggior nemico.

Ma nei giorni degli imbianchini, o meglio decoratori di interni, è bene quindi sfollare altrove come si faceva in tempo di guerra. Ritirarsi in un rifugio in campagna ospiti di qualche famiglia borghese caritatevole per non subire i bombardamenti di stress da violazione della privacy e da subbuglio incondizionato. Vietato svegliarsi di notte e camminare al buio, poi, ché abituati dopo anni a muoversi alla cieca in ambienti familiari si rischia di mettere i piedi in un catino, di sbattere contro mobili spostati al centro delle stanze, di inciampare sul telo che impedisce al parquet da capitolato base di sporcarsi.

Subentrano sonni agitati, comunque, visioni oniriche rivelatrici di quanto a malapena si sopporta il trambusto nei propri spazi privati. La partenza in perfetto orario della nave per la Sardegna, anziché un comune incubo in cui ci sono millemila ostacoli che te la fanno perdere. O cose come una vecchia fiamma vestita in abiti anni 60 e con un’acconciatura alla Mina (o alla Nina Zilli, a seconda di quali siano i vostri riferimenti culturali) che canta in un gruppetto beat una versione in italiano di un pezzo dei Blonde Redhead invitando il pubblico ad eseguire coralmente i movimenti di un ballo di gruppo da seduti, chinando il busto verso le ginocchia. Ecco, da tutto questo traspare voglia di evasione, o forse sono solo gli effluvi della pittura alle pareti. Gli anziani sostengono infatti che sia meglio tinteggiare in estate, quando si può dormire con le finestre aperte.