primi dolori

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Tesoro, se mai ti capiterà di leggere queste righe sappi che l’amicizia è un fattore forse più imprevedibile dell’amore perché spesso è a fondo perduto mentre se c’è un legame fisico di mezzo subentrano altre modalità di darsi l’un l’altro. Tu non lo puoi sapere, hai solo undici anni, ma le persone si dichiarano amici al prossimo per i motivi più strampalati, anche solo per l’invidia, per calcoli strumentali all’interno di dinamiche di gruppo in una sorta di atteggiamento kamikaze: sacrifico me stesso e mi sistemo al tuo fianco pur ti metterti i bastoni tra le ruote. Non ci crederai ma ci sono pure tipi così e, se te la devo dire tutta, è proprio quello che ti è capitato. Ci sono individui subdoli e dannosi che rilasciano il loro sentimento corrosivo che ti imbriglia in uno stallo dal quale so benissimo che è difficile tirarsi fuori finché il veleno non ha fatto tutto il suo effetto. Come uno psicofarmaco che induce alla sonnolenza ci si sente incapaci alla reazione e ci si lascia andare inerti nel torpore della comodità relazionale. Sono consapevole del fatto che l’entità dei turbamenti ha tutta una sua proporzionalità distorta a seconda dell’età, e quello che a noi adulti sembra alla portata di un preadolescente può essere in grado di approfittare della tua vulnerabilità anche se si tratta di cose su cui, tempo un paio di anni, farai delle grasse risate insieme ai nuovi coetanei con cui trascorrerai il tuo tempo. Quindi piangi pure se hai scoperto che una che si ostina a definirsi tua amica ti ha spiazzato con l’affronto che hai raccontato a tua madre – giusta complicità femminile – e io ne sono venuto a conoscenza solo di rimando, e qui nota pure una punta di stizza ma è temporanea e assolutamente secondaria alla gravità della cosa. Sei piena di amiche, di compagne di classe e di compagne di squadra che ti stimano, ti rispettano e ti vogliono bene. Puoi tranquillamente permetterti di cancellare una persona inutile dalla rubrica di Whatsapp e dalla tua vita, è molto più facile di quanto sembri anche alla tua età.

di cotte e di crude

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L’estate più profonda si distingue dalle altre stagioni e dalla porzione più light della bella stagione stessa per la facilità con cui si riconosce la musica inappropriata, quella che ti rimane appiccicata come lo schienale di una poltrona di pelle a torso nudo quando ci sono pressappoco 35 gradi e la ventola del nuovo pc rimesta l’aria calda sui tuoi piedi che non ne vogliono sapere di vincoli, infradito comprese.  L’effetto di una canzone dal sapore invernale, anche solo per il suo carattere riflessivo e evocativo, è analogo alla prova di un cappotto di lana acquistato coi saldi di agosto, indossato direttamente sulla t-shirt e le bermuda, quindi se volete che non vi venga da prudere fate come me e prestate molta attenzione alle playlist. Lo so, suona un po’ come un’innaturale imposizione se anche voi siete di indole a sfumature di grigio, ma oltre le cinquanta più blasonate di questi tempi, si spera. Perché i brani invernali non è che portino freddo e sollievo, anzi ti impiantano quella coltre di nembostrati o come diavolo si chiamano a formare il tipico controsoffitto grigio milanese con quell’afa che in estate ti piglia dentro e non ti lascia più. Ma noi siamo fatti così, ci mettiamo sui canali della musica on demand e inseriamo come parole chiave le peggio cose che solo a pensarle ti fanno sudare. E non sempre si tratta di atmosfere oggettivamente respingenti, voglio dire è chiaro che ascoltare “Last Christmas” il 3 di agosto è da ricovero. Mi riferisco a tutto ciò che riguarda – almeno questo è il mio caso – quella fase dell’esistenza in cui si è in piena metamorfosi, e ci si pone le prime domande relative agli sfarfallii intestinali che si accusano quando ci parla una persona anziché un’altra, sempre che ragazzine e ragazzini vivano ancora struggimenti proto-amorosi di questo tipo. E a rivivere quegli stati d’animo a perdere che si provano a dodici o tredici anni, ora che ogni frazione di secondo la tratteniamo avidi perché è bene fare un po’ di scorta, è un bel farsi del male, no? Proprio per questo noi, che nello spleen ci sguazziamo, masochisticamente alziamo pure il volume delle casse e ci beviamo pure su una bevanda a temperatura ambiente, che fredda non abbiamo più l’età.