da prendere alla lettera

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Nello spogliatoio Giorgio ha fatto il figo con il suo logo della Alternative Tentacles tatuato intorno all’ombelico fino a quando si è spogliato quel ragazzino tenebroso e, dandoci le spalle, ci ha fatto involontariamente notare l’avvertimento “Do not disturb” impresso a caratteri importanti – un font che ai tempi dei meme viene spesso utilizzato per enfatizzare il paradosso tra immagine e contenuto – alla base della nuca. Parole che mi hanno fatto riflettere perché molto più disruptive, come si dice oggi, rispetto ad altri messaggi sin troppo sopravvalutati a partire dalla scritta “Hate” sul cappotto di Ian Curtis o persino una dichiarazione di intenti come “Ignore alien orders” che mette alla larga ogni persona con un minimo di buon senso dalla chitarra di Joe Strummer. La preghiera di lasciarci perdere come paradigma della nostra vita costituisce una bella sfida e, soprattutto, non è da tutti. Con chi non gradisce essere disturbato è meglio lasciar perdere evitando soprattutto discussioni in fatto di musica, tanto una classifica oggettiva e universale indipendente dai gusti di questo o quello vede al primo posto quello che ascoltiamo noi e, staccati di gran lunga, generi ampiamente sopravvalutati come il metal, a maggior ragione che chi lo ama è convinto di essere nel giusto ma si sbaglia di grosso e, un giorno, tutta questa verità che noi professiamo da decenni i ragazzi la studieranno sui libri di storia. Così, se vedete un ingegnere a cui spunta dietro sul collo, dal colletto della camicia stretto nella cravatta, un avvertimento piuttosto esplicito mettevi sulle difensive perché vi trovate di fronte l’inventore dei sensori che oggi, nell’epoca dell’Internet delle cose più avanzata, forniscono intelligenza artificiale a tutti i tubetti spray o a pressione o i dispenser e che registrano l’uso personale dei prodotti in modo da rilasciare, una volta istruiti a dovere, la corretta quantità necessaria a seconda delle nostre abitudini, così da evitarci sprechi inutili. Per dire, ho un flacone di schiuma da barba privo di questa funzionalità (l’ho acquistato anni fa e lo utilizzo poco perché è di dimensioni ridotte e me lo porto quando viaggio per lavoro) e poco fa l’ho schiacciato mentre ero sovrappensiero. Ne è uscita una quantità che sarebbe potuta bastare tranquillamente per tre volte ma che ci volete fare, non è un materiale che può essere reintrodotto nel contenitore come un liquido qualsiasi.