c’era una volta la vita

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Le domande scomode che ci fanno i bambini sono a dir poco proverbiali, e vi dirò che quelle inerenti il sesso o l’attualità sono tra le meno difficili. Al primo posto metto i quesiti di matematica e le regolette di grammatica, capita che talvolta, prima di definire una proprietà o un concetto che nel suo uso quotidiano diamo per scontato, debba prendere tempo e “accendere” Google. Già, aiutare i figli nello svolgimento dei compiti può essere complicato. Non vi dico quanto io tema, in futuro, materie come chimica e fisica.

In seconda posizione, ma solo per la frequenza più blanda con cui se ne parla, ci sono vecchiaia e morte. Per un po’ ho tamponato la curiosità con la scusa del “hai tantissimo tempo davanti prima di diventare come la nonna”. Poi mi è venuto in soccorso un cartone animato, uno di quelli di tanti anni fa, che non ho visto perché ero già grande ma che ho trovato grazie a un caso fortuito. Da lì all’hard disk, come potete immaginare, il passo è stato brevissimo. Si tratta di un episodio della serie “Esplorando il corpo umano”, o “Siamo fatti così”, avete capito a cosa mi riferisco e qui trovate tutti i dettagli. C’è un signore molto vecchio che rassicura i suoi figli e nipoti del fatto che il suo ruolo, come di chiunque altro, è di fare da catena tra chi lo ha preceduto e chi prenderà il suo posto, tramandando i suoi cromosomi come in un passaggio di testimone. Quindi li conforta, non siate tristi, c’è qualcosa di me in voi, ci sarà qualcosa di voi nei vostri figli. Inevitabilmente esala l’ultimo respiro al cospetto dei parenti in atteggiamento piuttosto statico, malgrado sia un cartone animato, in totale neutralità espressiva e senza il minimo coinvolgimento emotivo. E ho apprezzato quella volontà di non drammatizzare, tanto che la sceneggiatura sbrigativamente sposta dopo pochi secondi la scena su un neonato, il nuovo esemplare della specie umana che prende il posto lasciato libero da quel nonno immaginario. La vita ricomincia in un altro anello della catena, l’essere umano che raccoglie il testimone e continua il suo viaggio. Il concetto elementare della staffetta esistenziale ha colpito nel segno, placando, immagino temporaneamente, la sete di curiosità di una bimba di quasi otto anni. Fino a quando subentrerà l’esperienza diretta con le sue difficoltà e le prove sul campo, che, passatemi l’ulteriore metafora sportiva, sarà la prima manche di una corsa a ostacoli.