quando ottengo un aumento ho come un presentimento

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Bella rima, vero? Ma se non vi piace parlare di soldi fate come me. Mettetevi calmi alla vostra scrivania e aspettate che il vostro principale si accorga di voi, di quanto siete bravi, di quanto valete, di quanto è vantaggioso investire sulla vostra professionalità, di quanto vi sentite di meritare e così via. Che è un po’ come aspettarsi che la polizia locale comprenda che dovevate solo prendere la tachipirina in farmacia e non c’era posto ed è per quello che avete parcheggiato dalla parte della strada in cui c’è divieto di sosta o, più realisticamente, che la vostra divinità preferita si manifesti in qualche forma e vi fornisca in rendiconto di quanto vi è dovuto, negli anni a seguire della vostra vita, per tutte le ingiustizie che avete subito. I trattamenti sperimentali di ionoforesi a scuola, i due minuti a partita nella squadra di basket ma solo nel terzo tempo e se c’era uno scarto sufficiente a vostro vantaggio, il fidanzamento rotto dalla vostra partner durante il servizio militare, le angherie del vostro padrone di casa che però non perdeva il vizio di usare il vostro bagno con la scusa della prostata per fare cosa non si scoprirà mai, giusto per mettere nero su bianco quello di cui uno come me sta aspettando un rimborso ancora adesso.

Ma se vi risulta faticoso fornire al prossimo una valutazione di quanto pesi il vostro cervello o il vostro corpo, a seconda di quale parte di voi il lavoro che svolgete richiede l’impiego e di quale possa essere il vostro prezzo al chilo, ecco mi dispiace deludervi ma qui non troverete una comoda tabella da consultare per avere una percezione pronta all’uso della retribuzione che vi spetta. Da me che poi mi sento a disagio persino a chiedere uno sconto con quell’orribile espressione “mi fa il primo prezzo” non sentirete mai proferire nemmeno una cifra seguita dalla valuta di riferimento. Non credo però di essere come uno di quei luminari della medicina evasori totali che non toccavano una banconota manco a pagarli e con un gesto teatrale demandavano il saldo del consulto all’infermiera segretaria che la fattura non sapeva nemmeno da che parte incominciare. Credo sia un problema di indole. A volta capita, comunque, di essere gratificati anche da questo punto di vista. Secondo me spetta al datore di lavoro capire quando è il momento di puntare sulla retribuzione come acceleratore di entusiasmo professionale. A volte no e, in quel caso, vi tocca prendere provvedimenti.