mica è stato disciolto così bene

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Sarà che ogni anno, per tutto il mese di aprile, sono più sensibile a queste tematiche. E, se qualcuno di voi ha avuto voglia di leggere qualche mio post ultimamente, avrà notato che la Resistenza e l’Anniversario della Liberazione sono tag che compaiono sempre più spesso nei miei scritti. Ecco perché una notizia come questa (per chi non ha voglia di cliccare, si tratta del progetto di abolizione del reato di apologia di fascismo) oggi mi ha scatenato, come potete immaginare, una subitanea reazione di rabbia. Poi, a freddo, leggendo invece gli sviluppi della giornata politica e la vittoria del sì sul conflitto di attribuzione, ho riflettuto sulla possibilità che si tratti dell’ennesima bufala, il polverone che dall’altra parte si cerca di sollevare per mettere in agitazione una parte dell’elettorato di questa parte, dove – mi ci metto anche io, e in prima linea – alcuni valori sono sacri.

Anche se il reato di apologia di fascismo in Italia non è mai stato perseguito seriamente. Si tratta di una legge messa lì giusto per tenere a bada qualcuno del PCI da Scelba nel 52. Altrimenti quanti gruppi politici, movimenti culturali, associazioni studentesche, iniziative folcloristiche, tifoserie, pubblicazioni, riviste, singoli individui, edicole, venditori ambulanti, siti internet, parole e opere sarebbero state da incriminare, dal 1945 ad oggi? Altro che riorganizzazione del disciolto partito fascista. Ma è un’annosa questione.

E mentre pensavo tutto questo, proprio questo pomeriggio, il mio collega M., la cui postazione è davanti alla mia e, messo di spalle, posso vedere il monitor del suo pc, scorreva la pagina Facebook di giorgio almirante, che probabilmente ha come amico e riempie di like. Disciolto a chi?

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