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Ha aperto qualche mese fa, a pochi metri da qui, un negozio di auto che ha preso il posto di una concessionaria Nissan. Ora sembra invece proprio un negozio di automobili nel vero senso di “punto vendita”, perché ci sono macchine in vetrina, e tutti gli amanti del genere e qualche eccezione, come me che non amo il genere ma sono curioso, danno un’occhiata dentro. Ho scoperto così trattarsi di una esposizione di auto d’epoca, o non so come altrimenti possano essere definite la auto da film di zerozerosette, quelle con stemmi di cavalli rampanti e giaguari e bandierine e quei colori altrimenti improbabili, che se li vedi in autostrada su modelli comuni pensi subito al tecnico della Telecom o alla vettura di servizio di Seat Pagine Gialle. Ma una Lamborghini gialla elenco del telefono, vuoi mettere?

Il titolare lo incrocio spesso fuori, elegantissimo con il fantasmino sotto la college che svela una striscia di caviglia tra la scarpa e il risvolto dell’abito. Immancabilmente al telefono, starà tessendo relazioni per nuovi business, penso. Magari proponendo una Aston Martin per il prossimo episodio di Don Matteo. Mi sfugge infatti il mercato di riferimento, il negozio è sempre vuoto. A parte Lothar, così l’ho chiamato io. Lothar è il tuttofare, rigorosamente nero come la pece, gigantesco e palestrato ma non più giovanissimo, in completo blu Atm senza cravatta. Lothar, a qualunque ora del giorno, lo vedi lì dentro con il piumino in mano a togliere la polvere che in realtà non c’è – perché l’ha tolta anche il giorno prima – ora da una Porsche, ora da una Lotus. Il capo coi fantasmini fuori a tessere relazioni, il tuttofare muscoloso dentro a spolverare le automobili da zerozerosette pulite e lucide, sempre lì. Sempre le stesse. Tutte quante.

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