una leggerezza insostenibile

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La più eclatante contraddizione della nostra civiltà è la apparente incongruenza tra l’ipersalutismo sbandierato a destra e a manca (e le diete di qui e l’educazione alimentare di là e le palestre e il fitness esasperato e la lotta al cancro che passa anche dal controllo di quello che mangi) e la mostruosa disponibilità (nell’occidente del mondo) di prodotti alimentari, sconcertante quanto la pervasività del marketing e della pubblicità ad essi correlate. D’altronde con automobili di lusso e telefonia temo sia l’unica industria che non conoscerà mai flessione. Che poi si tratta di una contraddizione apparente perché l’obiettivo non è poi così nascosto: è il mercato, baby, che ti vuole spremere il più possibile. Prima, consigliandoti di ingollarne di ogni, e dopo, a pancia piena e borsellino vuoto, convincendoti che così in sovrappeso non puoi vivere, non puoi lavorare, non puoi avere amici, scordati il successo, e ti impone di sudare tutti i chili di troppo pagando profumatamente quel percorso a ritroso, che raramente riporta a destinazione e al punto di partenza, la tua forma fisica che in condizioni normali avresti.

Guardatevi attorno per capire perché il mercato (anzi il supermercato) ha fatto del peso in eccesso la peste del duemila. E poi c’è il fronte della patologia, che dilaga; un tempo era sufficiente non cadere in eccessi, probabilmente gli alimenti erano più genuini, bastava un minimo di movimento per i bambini affinché non iniziassero troppo presto con la tortura della dieta. Oggi occorre stare molto all’erta, perché la vita che conduciamo è quella che è, e in più c’è lo stress del modello vincente imperante: o così (magro/a) o sei tagliato fuori.

La differenza, tra allora e oggi, probabilmente la fa anche l’esistenza di Mtv. Perché questo fenomeno è diventato materia prima per l’ennesimo docu-reality “dedicato a ragazzi un po’ in carne che vogliono perdere peso prima di iniziare il college”. E capisco che il problema dell’obesità negli adolescenti (americani) sia di estrema attualità. Però messo lì, nel paradiso dell’immaginario commerciale adolescenziale, dove tutto è sexy e cool, fa l’effetto opposto. Così fuori luogo, magari dopo uno spot di McDonald o della bevanda gassata o dell’ennesimo prodotto di food entertainment seguito dalla pubblicità di abbigliamento trendy interpretato dalla modella taglia 38. Ecco, di incongruenze è pieno il mondo, le persone obese talvolta ne sono le vittime. E nulla riuscirà a convincermi che c’è qualcuno che si sta davvero prendendo cura di loro.

2 pensieri su “una leggerezza insostenibile

  1. Eppure ci sarebbero i mezzi per “tagliare fuori” il marketing e il supermercato e le palestre e le diete personalizzate ed il personal trainer dal buon dimagrimento che porterebbe le malattie alla larga: il digiuno.

    Poco pubblicizzato (e ci credo!) e poco conosciuto il digiuno fatto con criterio (e cioè gradualmente e non estremizzandolo) riporterebbe dolcemente e facilmente il corpo fisico ad una normalità di partenza.

    Sempre l’industria della salute ha cercato di farsi portavoce anche del digiuno terapeutico, al punto di aprire dei centri benessere dove si pratica il “non mangiare”, il digiuno controllato, con dottoroni che ti circondano di attenzioni, di analisi, di controlli della pressione ecc ecc. presentando il conto alla fine.

    Io personalmente ho provato il digiuno prolungato nella vita quotidiana ordinaria e ne posso tessere le lodi.

    Malgrado le mille voci dissenzienti e che mettono in allarme sulle sue qualità.

    Penso proprio che online si possano trovare informazioni a sufficienza.

    Marcolino

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