mi han detto che ti piacciono le ragazze col ciuffo

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Nel 1983 o giù di lì convinsi un mio compagno di classe ad accompagnarmi nell’intrepida impresa di seguire una tipa, una liceale di cui mi ero invaghito perché vestiva di grigio e portava una acconciatura che allora andava molto di moda, un insieme che costituiva il mio ideale estetico. La tipa in questione stava facendo shopping con la sua mamma, io mi tenevo a debita distanza. Non avevo altra pretesa che inebriarmi un po’ della sua scia di beatitudine, sapete come succede quando si è giovani e imbevuti di quella sostanza psicotropa nota come Sturm und Drang corretta con una giusta dose di ormoni in subbuglio. La sessione di interruppe bruscamente quando madre e figlia entrarono in un negozio di biancheria intima, sbirciai la scelta di un reggiseno grigio ma mi trassi via imbarazzato, onestamente non ero ancora pronto a tanto. Ma non è di questo che volevo parlare, bensì di quel taglio di capelli che era un must all’epoca di chi aveva il diario farcito di ritagli di Ciao 2001 di gruppi New Wave tendenti al New Romantic. Un’acconciatura di tendenza che in Italia aveva avuto la sua massima esponente in Diana Est, la cui bellezza latin-brit potete verificare in calce a questo post. Oggi la pettinatura in questione, che non saprei come definire se non “a schiaffo” e che consiste in un lato rasato che sfuma in un ciuffo lunghissimo dall’altro, è tornata in auge. Se portate i capelli così e vi sentite seguite da qualcuno, fate attenzione. Potrei essere io.

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