trofeo moretti

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Non si dovrebbe fare sport dopo il lavoro, vero? Invidio quelli che riescono a farlo la mattina presto prima di tutto il resto, io ci ho provato ma a mezzogiorno mi viene già sonno, dopo che ho passato la prima parte della giornata a mangiare tutto quello che trovo sottomano. O fare come un mio collega che in pausa pranzo indossa le scarpette e va a correre al parco in Palestro, ma anche in questo caso avrei seri problemi, il bagno dell’agenzia in cui lavoro non ha la doccia e vi confesso che, dopo una corsa di un’ora, sono inavvicinabile e potete immaginare il motivo. Quindi resta solo la fascia preserale, dalle 18 alle 20, prima di godersi il sacrosanto ristoro del corpo e dello spirito in compagnia dei propri cari. E sapete qual è il problema. Sei lì alla terza serie di addominali che la coach ti elargisce a fine seduta come una ciliegina sulla torta a strati farcita di tutti gli altri muscoli volontari del corpo spremuti per benino e pensi al perché di tutto ciò, dopo aver pensato per otto ore come minimo alle migliori parole per sintetizzare concetti e descrivere emozioni in cui cerchi di mettere te stesso e però sovente ti fanno capire che era meglio se ci avessi messo qualcun altro, dopo aver coordinato persone che sono talmente scoordinate che non ti capaciti di come siano state selezionate, dopo aver percorso in lungo e in largo l’area metropolitana da nord-ovest a sud-est con ritorno al centro sotto la pioggia battente e la variabile impazzita del vento, e mentre pensi al perché di tutto questo per lo meno ti distrai e riesci a finire l’immane sforzo e a quel punto ti chiedi dove sia la soddisfazione. Dove sta di casa. Dove è finita. E, giunto a termine del supplizio, a tavola poco dopo, scopri di essere salito di livello passando con la massima naturalezza dai 33 cl della lattina di una volta ai 66 di oggi perché tua moglie non ha voglia di birra, e pazienza, vorrà dire che la berrai tutta da solo. La soddisfazione in fondo è anche questa, lo sport fortifica lo spirito e aiuta a superare sfide sempre più ardite.

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