cogliere l’essenza

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Forse è proprio così, le giornate particolari in un senso o in un altro le si riconosce dall’odore. Quando la temperatura cala improvvisamente e tutti siamo costretti a rivedere i nostri piani perché il cambio degli armadi era già una cosa archiviata, e giacche e maglie pesanti sono già intrise di spray anti tarme o naftalina o quelle essenze per ambienti che vanno per la maggiore. Così seduto sul solito treno l’aria è davvero strana, questi odori che io associo agli spazi chiusi, agli appartamenti dei nonni e – non chiedetemi il motivo – ai mezzi pubblici delle città europee. Ma forse è perché c’è qualcuno che sbocconcella qualcosa, cibo poco comune e per nulla da colazione italiana, ecco che cosa mi ha tratto in inganno. Poi ci sono gli odori dei prodotti per capelli che con l’acqua piovana, perché piove stramaledettamente anche stamattina, si liberano nell’aria e lacche e gel e chissà cos’altro sono tutto sommato la componente meno sgradevole. Qualcuno infine apre una confezione di salviette umidificate saturando l’aria di odore di atterraggio in aereo, e se chiudo gli occhi e mi concentro sui sussulti delle rotaie potrei effettivamente essere altrove, il trambusto copre la voce del pilota e per lo stesso motivo non si sente il segnale di via libera dal sedile. Ma no, meglio scendere dalle nuvole. Ancora una volta ho sopravvalutato gli stimoli esterni, è solo una normalissima giornata con la emme maiuscola davanti.

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