mettiamoci una croce rossa sopra

Standard

Suo zio fu investito da un’ambulanza nemmeno mentre attraversava la strada, proprio in quella terra di nessuno appena a ridosso del marciapiede che nei periodi a elevate precipitazioni fa le veci di un alveo per tutti gli avanzi di rifiuti più piccoli, spazzatura che sfugge alla giustizia arbitraria degli operatori ecologici e sceglie di inabissarsi nei tombini, spinta dai rivoli in piena di acqua piovana. L’ambulanza procedeva a sirene spiegate che però probabilmente non gli erano state sufficientemente chiare, tanto che lo zio voltato dalla parte opposta al senso di marcia evidentemente attratto da una coppia di studentesse fuori corso non fece in tempo a muovere il passo decisivo verso la salvezza. Che poi gli andò ancora bene, perché l’ambulanza dopo averlo tirato sotto lo tirò sopra e procedette spedita verso il pronto soccorso, lasciando alla concorrenza la vittima del primo incidente per il quale era stata chiamata.

Per questo, crescendo, ha maturato un sentimento di astio verso i volontari del soccorso, astio ingiustificato di cui si vergognerà il giorno in cui ne avrà bisogno in prima persona. E infatti non lo dice a nessuno. Ma quando ne incrocia uno per strada vestito in quel modo sgargiante e tutto catarifrangente ne immagina le gesta che a breve compierà, lanciato a millemila all’ora con il suo acuto ululato che assomiglia sempre più agli allarmi che si sentono nei telefilm che vanno di moda. E invidia il potere di farsi largo tra tutto e tutti, che privilegio, pensa, in mano mia quel mezzo donato dal benefattore tizio caio farebbe faville. E scruta il crocchio dei volontari in servizio chiedendosi quale sia, se si trova tra quelli, il potenziale killer dello zio. Li vede invece ammazzare solo il tempo, seduti intorno a un tavolo e si chiede se non vedano l’ora di mettersi in azione, perché muoversi da lì per loro significa rispondere a una chiamata di soccorso e partire in quarta. Cioè che c’è qualcuno che è nei guai, sta male, sta rischiando la vita. Poi due di loro si accendono una sigaretta e si mettono a fumare fuori, la giornata è ancora lunga, per tornare a casa e alla solitudine c’è ancora tempo.

2 pensieri su “mettiamoci una croce rossa sopra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.