come prima più di prima

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Che l’estate in alcune aree urbane metta in mostra in tutto il suo squallore l’oscenità ambientale e umana è un dato di fatto che chiunque di noi può riscontrare cimentandosi nella visita di quartieri, strade, ma anche luoghi più consoni alla stagione. Con il caldo si liberano tutti i cattivi odori di cui muri e asfalto sono intrisi e a cui durante l’anno nessuno ci fa caso, forse solo perché il freddo ci trasmette igiene e asetticità, mentre con il caldo si diffondono germi e il cibo si guasta. Un quadro che può essere traslato anche in senso metaforico. La Rai che, avendo perso ogni vantaggio competitivo con le tv commerciali e quelle a pagamento, si gioca il tutto per tutto e con crescente difficoltà attraverso gli unici programmi di cui nessun’altra emittente è provvista, ovvero la nostra storia, la nostra cultura e la società in bianco e nero che si è evoluta in colore in trent’anni di monopolio televisivo. E ogni estate ci ripropone l’Italia dei nostri nonni e genitori tutta tagliuzzata e montata con il filtro romantico che la lontananza temporale da allora ha messo a punto. Quante volte ci siamo sorpresi a dire che non ci sono più i varietà di una volta, i comici di una volta, i balletti e le canzoni e i contenitori di tutto ciò. Ebbene, non so quale sia il criterio di selezione degli sketch, forse l’obiettivo è proprio quello di non evidenziare lo iato tra due società molto diverse e tra quello che comporta la visione di un Valter Chiari rispetto a un Panariello e quindi la parola d’ordine è non far prendere coscienza del livello in cui ci troviamo. Ma poi alla fine scopri quei blobboni acritici in primissima serata, come Techetechetè, e pensi che non è vero che è ci siamo ridotti così a causa dell’estetica e dell’etica Mediaset, ma che eravamo un popolo di sottosviluppati anche prima.

8 pensieri su “come prima più di prima

  1. .A parte che non capisco perché riproporre gag, sketch, canzoni per poi troncarli brutalmente sul finale, quando non prima, credo che la TV del passato abbia avuto le sue glorie, ma raramente ce le ripropongono. Sospetto tu abbia ragione, meglio non suscitare inutili e dannosi paragoni, ma è anche vero che delle gran cagate se ne facevano anche allora!

  2. Non condivido, perlomeno, non condivido del tutto: il degrado, l’indecenza e l’immoralità televisivi (ma più in generale della società, la tv a farne da specchio amplificatore) di questi ultimi 30 anni hanno toccato un livello che prima non si era raggiunto.
    Ho scritto che condivido parzialmente perché questo filmato in effetti

    descrive una realtà di un’Italia (e di una tv in b/n) che anche alcuni decenni orsono non era idiallica..

  3. non ho cultura televisiva di altri paesi, ma non penso che se la passino – o se la siano passata – tanto meglio di noi.
    non abbiamo inventato noi le soap, le televendite o i reality, per quanto attecchiscano con vigore gramignesco nei nostri palinsesti.

  4. hai ragione, non capisco infatti perché (a parte rai storia) riprongono solo le cose più sciocche anziché i programmi intelligenti (Gregoretti, tanto per fare un esempio) che si facevano allora

  5. Anche guardando i film di Sordi si capisce che in fondo siamo sempre stati un po’ delle merde.
    Per quanto riguarda il varietà, ricordo che non ho mai tollerato Macario o Rascel, ma c’erano altri personaggi di spessore, che ora non esistono più. Credo che allora la tv avesse anche, nel bene e nel male, una funzione educativa, quando non moralizzatrice. Oggi è solo specchio di una società devastata

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