e tuttoduntratto il coro

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Ecco cosa potrebbe accadere anche a voi mentre state visitando una biblioteca tutta nuova e appena inaugurata, passando in rassegna i titoli esposti di dorso nella sezione narrativa americana il che significa che ancora una volta il Dewey ha trionfato e risulta evidente che lì il sano e funzionale ordine alfabetico al quale la modernità ci ha abituato sta stretto agli operatori del settore che si oppongono al progresso e prediligono i loro tecnicismi alla consultazione più intuitiva, la stessa che impariamo sin dalla prima elementare scorrendo i nomi in lista dei compagni di classe. Che periodaccio, e non solo nel senso della proposizione testé troncata perché troppo lunga.

E proprio per farla breve, ero lì in visita quando ho preso un volume posizionato di faccia – quelli messi per così invogliano di più di quelli messi di costa, questo è un messaggio subliminale – con la copertina in bella mostra che sembrava dire sfogliami e così l’ho accontentato, e afferrandolo ho notato una busta rigonfia messa a mo’ di segnalibro. Nel tentativo di ispezionarne il contenuto, giusto per vedere di cosa si trattasse e non farmi gli affari miei, ho estratto il foglio da dentro e da lì è caduto a terra un anello con brillante che subito ho raccolto, pensando di essermi guadagnato la giornata. Ma mia moglie che in quel frangente ho scoperto essere più avvezza di me ai diamanti e alle patacche e alla loro distinzione ha infranto all’istante i miei sogni di guadagno facile confermandomi la falsità del prezioso che appunto non era prezioso. Comunque la cosa mi ha incuriosito come sta incuriosendo voi, lo so, e badate bene che non si tratta di una di quelle leggende metropolitane tipo che il terrorista a cui avete restituito il portafoglio vi mette in guardia sulle possibilità di un attentato in metropolitana programmato per il giorno seguente e via dicendo. Quello che state per leggere mi è successo veramente e se non ci credete chiedete pure a mia moglie.

Insomma, il passo successivo come potete immaginare è stato leggere il biglietto che accompagnava la patacca, che diceva più o meno così: “Caro sconosciuto che hai trovato questo foglio, voglio raccontarti quello che mi è successo quest’estate. Ho conosciuto un ragazzo di cui mi sono follemente innamorata e con cui ho condiviso giorni indimenticabili, al culmine dei quali ci siamo scambiati una serie di promesse suggellate dall’anello che hai rinvenuto in questa busta e che, ti avviso subito, si tratta di un falso“. E già a questo punto, crollata ogni velleità, avrebbe potuto scemare la curiosità che quel bizzarro ritrovamento mi aveva instillato. E invece no, anzi la cosa ha iniziato a prendermi di brutto. Il manoscritto continuava così. “Ma poi quella che poteva essere la storia d’amore più importante della mia vita ha preso inaspettatamente una svolta impensabile. La persona per cui avevo perso la testa, e che credevo fosse presa di me in egual misura, si è dileguata adducendo le scuse più improbabili e spezzandomi il cuore. Così ho deciso di scrivere queste righe, mettere la lettera in una busta insieme all’anello che credevo potesse essere un pegno anche simbolico di amore eterno, e di lasciare tutta questa storia in balia del caso con l’intento di liberarmene. Tu, lettore sconosciuto che hai trovato il mio monito, sappi che l’amore può finire così come è successo a me. Ma per ora prendi l’anello che trovi qui e fanne l’uso che preferisci. Conservalo, donalo a chi ami, adulto o bambino che sia, gettalo nella spazzatura. Ma fai tesoro della mia esperienza“.

Le parole non erano proprio queste. Quello che conta è che alla fine ho rimesso anello e biglietto nella busta perché il libro era un best seller di Zadie Smith e come potete immaginare in realtà non avevo nessuna intenzione di prenderlo in prestito, per cui mi è sembrato più corretto lasciare a qualche vero cultore dei denti bianchi la missiva. E mi è sembrato saggio condividere quest’esperienza con voi, magari a qualcuno interessa davvero fare tesoro di questi consigli, lasciarsi conquistare dalle virtù romantiche di un tondino di plastica da anulare, e chissà, leggere anche il romanzo che casualmente conteneva il tutto, che però mi assicurano essere una storia molto meno avvincente di questa qui, indipendentemente dal fatto che ve l’abbia raccontata io, eh.

6 pensieri su “e tuttoduntratto il coro

  1. É una storia avvincente. Trovare messaggi nei libri ti precipita nel mondo degli altri, anche se non sempre entusiasmante. Non so se il libro in questione sia stato scelto con cura dall’autrice della missiva. Magari contiene il segreto della felicitá… Ognuno ne ha un proprio concetto privato

  2. Sonia

    Secondo me il libro in cui lasciare il messaggio e la patacca è stato scelto a caso, proprio come l’innamorato.

  3. in effetti mi sono sentito a disagio a leggere in quello spazio privato, poi mi sono detto a certe cose che scrivo qui, a volte molto personali e che non credo di aver detto a nessun altro. Non ho una risposta, ma mi ha fatto comunque riflettere.

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