con l’archeologia dei sentimenti

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Ci pensavo giusto ieri sera perché mia figlia ha fatto il suo ingresso nella storia. Che è una bellissima notizia. Dopo mesi di vicende astratte in cui da un nonsisabenecosa sono usciti delle specie di scimmie grazie allo spazio che monumentali dinosauri ci hanno gentilmente lasciato scomparendo dalla faccia della terra, ora si inizia a fantasticare su qualcosa di più concreto. Il Tigri, l’Eufrate e i Sumeri, roba che poi i ragazzi alle medie arrivano che non sanno nemmeno dove vivono ma dalla Mesopotamia prima o poi devono passarci tutti, magari proprio non in questi giorni vista l’aria che tira laggiù. Ma siamo sicuri poi che faccia così bene immaginarsi solo le cose, senza vederle mai? Leggere la teoria perché la pratica è inapplicabile, appartiene a qualche migliaio di anni fa o semplicemente si nasconde chissà dove nell’Internet? Immaginate un appuntamento al buio. State giorni a chattare con qualcuno e poi decidete di incontrarvi, che poi quella, dell’Internet, è la morte sua. E anche se non vi siete mai visti ma c’è qualcuno che vi aspetta davanti a un monumento in mezzo a una folla di visitatori, state certi che vi riconoscete subito. Tu e l’altro siete i due che sono lì per vedersi, come siete dal vivo, e avete una faccia diversa da tutti. Può essere che uno dei due abbia le gambe come Pistorius e non l’ha detto perché sapeva essere un dato fondamentale per conoscersi ma poi all’ultimo momento è naturale omettere particolari che fanno cambiare idea. Magari scoprite entrambi che siete due spilungoni da due metri e passa e nessuno lo aveva rivelato all’altro. Mi immagino la vostra reciproca sorpresa, in un caso come questo. Una storia che inizia con una fatalità del genere come minimo deve durare per sempre, almeno altrettanto tempo da quando i Sumeri non ci sono più. Giocare con la fantasia è un azzardo feroce, non si perde mai ma in realtà non si vince nemmeno una volta e sì, certo, il grosso vantaggio è che se bari nessuno lo verrà mai a sapere.

9 pensieri su “con l’archeologia dei sentimenti

  1. Concordo perfettamente con Pendolante e Miss Fletcher, però con una riflessione: i più grandi inventori indugiavano spesso nella fantasia, in un mondo tutto loro fatto di cose strane, impossibili da realizzare in quel momento, ma non in un momento successivo. Molto di ciò che oggigiorno usiamo, è stato una mera fantasia di qualcuno allora guardato in modo strano… 🙂

  2. Plus, sì… poi io guarda, sono un po’ techno-dipendente… tra cellu e computer, appena ho un attimo solo qui a leggere, scrivere and so on.. 🙂

  3. 😀 da quel punto di vista lì… direi che ho una discreta collezione di maxi-singles di house music… ma questa è una storia lunga… una volta avevo pure un bel mixer della Vestax, 3 piatti della Technichs… e giù di unz, unz, unz,. … peccati di gioventù! 😀

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