fuori strada e fuori tempo

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Ciao, volevo solo dirti che per una combinazione che ha probabilmente dell’incredibile (ben oltre la finzione narrativa) l’ho appena vista qui sotto il mio ufficio, parcheggiata in circonvallazione. Era senza dubbio lei, se ti ricordi il numero di targa controllo meglio ma la provincia indicata è quella e non credo ci siano ancora tante Lada Niva rosso bordeaux targate SV in circolazione. Di quel modello e costruite in quegli anni, intendo. Con i pneumatici più grandi, il manubrio sottile che rendeva ancora più arduo ogni tentativo di manovra già di per sé difficoltoso a causa dall’assenza del servosterzo, le istruzioni in cirillico sulla plancia del cambio per passare alle ridotte. Comunque mi ricordo quando ho accompagnato te e tuo papà a ritirarla presso quella concessionaria nell’entroterra. Il tuo vecchio ci aveva motivato l’acquisto per via delle strade sterrate che doveva percorrere ogni settimana per raggiungere l’orto della vostra casa di campagna ma non ci credeva nessuno. Ci avevi fatto anche un brutto incidente, se non ricordo male, che se non fosse stato per la robustezza sovietica della carrozzeria poteva andare molto peggio dei nove milioni di danni. E meno male che non era colpa tua. Poi quanto tuo papà si è ammalato è rimasta parcheggiata sotto casa sua per anni, ogni tanto il suo amico panettiere la metteva in moto e la spostava di qualche posto nel parcheggio giusto per muoverla un po’. E tuo papà diceva che non vedeva l’ora di guidarla ancora, per questo non voleva liberarsene malgrado fosse poco economico tenera lì sotto senza usarla, pagando lo stesso bollo e assicurazione. Ti ho persino aiutato a mettere un paio di annunci sui siti per la vendita di autoveicoli usati e qualche proposta l’avevi anche ricevuta, sapevo il suo valore perché anche mio papà ne ha una uguale. Ma sapevi anche che non saresti mai riuscito a convincerlo. Ti capisco, gli anziani hanno la testa dura e di certo l’età non viene in aiuto. Poi è finita che si è convinto, oramai la possibilità che tuo padre tornasse come prima, con tutti quegli acciacchi, era davvero remota, senza contare che a malapena riusciva a camminare, figurati a guidare un’auto così problematica. Già, perché chiunque, abituato a una vettura concepita negli ultimi vent’anni in un paese occidentale, non sarebbe stato in grado di portarla. I pedali, il cambio, i sedili, una chiave per ogni porta, con l’aggravante dell’impianto gpl di vecchia generazione e tutte le procedure per attivarlo. Era proprio la macchina di tuo papà, a sua immagine e somiglianza, difficile e presuntuosa quanto lui. Come degna chiusura della storia, ricordo che gli avevi trovato un buon acquirente – sembrava già tanto che qualcuno volesse prendersi quel catorcio arrugginito – ma che lui ancora una volta aveva fatto di testa sua, vendendola alla metà di quanto avrebbe potuto ricavarne a una persona di fiducia, che aveva trovato lui da quel centro di controllo, il suo letto con il telefono accanto. La Lada Niva rosso bordeaux era così passata di proprietà al gestore di una concessionaria di fuoristrada usati, che deve aver trovato immediatamente un fanatico di ferrivecchi di Milano se ora l’ho vista qui sotto. Una macchina che sembra una 127 con le ruote da trattore, con gli stessi sedili in pelle, qualche chiazza di ruggine, e una cassetta di legno, quelle che si usano per la frutta al mercato, usata come contenitore di attrezzi nel vano portabagagli dietro. Fammi sapere se ti interessa, posso mettermi lì a fianco e cercare di avvicinare il proprietario, vedere che tipo è, capire se se la merita, un’auto così.

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