alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 02.08.80

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Ciwati, “La Troika è dentro di noi”: Ora, abbiamo capito che la linea sul governo non cambia nemmeno se arrivano gli alieni (anzi, se arrivassero, con il culo che abbiamo, sarebbero governisti), ma chiederei uno sforzo di creatività maggiore nella scelta degli argomenti.

Carmilla on line, “Quasi settant’anni di quasi democrazia. Anzi, per nulla.”: Il 2 agosto 1980 è la data che viene segnata dalla peggior strage avvenuta in Italia dal secondo dopoguerra. Alla stazione di Bologna morirono 85 persone dilaniate da un ordigno collocato nella sala di seconda classe e furono oltre 200 i feriti. A tutt’oggi è rimasta inascoltata la domanda di verità che i parenti delle vittime e un’intera città chiedono con forza a uno Stato sordo e volutamente reticente. E ogni anno si rinnova questa richiesta, ritorna in piazza una protesta sacrosanta verso le autorità del momento, che tanto parlano ma nulla fanno. Il segreto di Stato rimane la pietra tombale su questa e altre vicende.

Phastidio.net, “Ti sistemo il paese”: Un giorno qualcuno dovrà riflettere sul perché in questo paese le aziende che dovrebbero rappresentare dei “campioni nazionali” e competere su scala globale, siano esse pubbliche o private, tendono con regolarità impressionante a sfiancarsi e ad essere cedute a concorrenti esteri (se private) o ad essere “privatizzate” attraverso accrocchi barocchi fatti di scatole cinesi, sino al collasso finale, con corollario di recriminazioni e dibattiti politici, cioè di quegli stessi soggetti che tali aziende hanno condannato al declino.

Vittorio Zucconi, “Vent’anni dopo come vent’anni prima”: Soltanto un’opinione pubblica e un Parlamento profondamente corrotti – non nel senso ovvio e banale della tangente o delle poltrone, fenomeni diffusi a tutti i sistemi politici in tutte le epoche – ma corrotti nel rapporto profondo con la propria dignità e con il rispetto di sé stessi possono non avere la coscienza piena di quanto è avvenuto il primo agosto del 2013.

Valigia Blu, “Debunking Silvio”: Per Silvio Berlusconi l’obbligatorietà dell’azione penale (art. 112 Cost.) nei suoi confronti ha la stessa valenza di una pretesa «rivoluzione etica». In questo modo al diritto e alle leggi si sostituisce una visione morale. La conclusione è istantanea e ti colpisce emotivamente: si giudica Silvio Berlusconi non per ipotesi di reato, ma perché “cattivo”.

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