alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 10.10.13

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Inkiostro, “Sette anni dopo”: Oggi, mio figlio è lui che mi porta ai concerti e si tira dietro ettolitri di malmostosità preadolescenziale, quella roba che lo fa esprimere se va bene a monosillabi (quattro, di solito: “sì”, “no”, “boh”, “sgrunf”), e se va male in perifrasi sghembe trasudanti rabbia malcelata e ironia stronza (“Sei stato al Burger King con i tuoi compagni oggi? Hai mangiato un hamburger?” “No, guarda. Ho mangiato l’insalatina ai sette tipi di indivia cucinata da Cracco”).

civati, “Contropiede e controcorrente”: Vi faccio una proposta che potrebbe essere considerata da qualcuno un’esperienza hard: vi propongo di iscrivervi al Pd.

Rivista Studio, “Dove vivono i nativi digitali?”: Uno studio dell’International Communication Union, un’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di monitorare lo sviluppo delle telecomunicazioni nei paesi membri, intitolato “Measuring the Information Society” (pdf), rivela la diffusione dei digital native nel mondo. Abbastanza sorprendentemente, gli Stati Uniti non conducono la classifica – in cui pure, ovviamente, il discrimine è la ricchezza dei paesi – e si accontentano di un 13% di nativi sul totale della popolazione. Il dato, però, sale fino al 90% se si considerano i millennial – le persone di età compresa fra i 15 e i 24 anni.

abbiamo le prove, “Io canto ai matrimoni”: Stavolta invece mi hanno incastrata con Dolce Sentire, che va cantato con una certa leggerezza perché è appunto stucchevole. Così attacco il pezzo assumendo quel sorriso lieve da pacata partecipazione al lieto evento (sto recitando, niente di meno), quella cosa del tipo – non ruberò la scena ma sarò soave e farò piangere tutte le tue zie – e durante il pezzo succedono le due tipiche cose che succedono sempre. Ovvero, i due (tre, quattro) invitati di varie età, con varie gradazioni di stempiatura che ti hanno puntato più o meno dall’inizio della cosa ti puntano DI PIU’.

unradiologo.net, “In politica”: Berlusconi un bel giorno, si fa per dire, scese in politica. Un altro bel giorno, si fa per dire, Monti salì in politica. A me ogni tanto viene chiesto, con tono polemico: Ma tu cosa fai per cambiare le cose?

Arch’IT, “cani africani”: Quella storia, che la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali non mi ha mai convinto completamente. Continua a non convincermi in verità, però devo ammettere di pensarci ogni volta che vedo certe scene di polli o capretti trasportati sulle biciclette. O meglio, appesi alle biciclette, o legati, ancora mezzi vivi.

The New Yorker, “Alice Munro Wins the Nobel”: I suspect that these little explosions of joy are happening all over the world among Munro’s fans; I also suspect that this level of emotional response (more akin to receiving family news, like the birth of a child) doesn’t happen every year when the winner of the Nobel is declared.

La Privata Repubblica, “Due O Tre Cose Che Ho Capito Sulla Foto Dei Pomodori”: L’aspetto più truce del post odierno sul blog di Beppe Grillo – altrimenti semplicemente e schifosamente razzista e reazionario – è la foto posta in calce. L’immagine di un’anziana signora che raccoglie dei pomodori da una cassa abbandonata per terra, probabilmente alla chiusura di un mercato.

Canzone del giorno
The National – I Need My Girl

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