Che poi che senso ha utilizzare questa pratica non l’ho mai capito. L’aspettarsi che uno ti risponda subito a una e-mail è un segno dell’imbarbarimento collettivo in ambito professionale, e non dite che lo fate perché tutti si aspettano che uno sia lì sempre pronto perché è una scusa e dovremmo iniziare ad abituare i nostri interlocutori professionali che, se hanno urgenza, alzano la cornetta o quello che si usa adesso e ci chiamano. Scrivere una e-mail di lavoro comporta attenzione, cura, tempo e concentrazione per pensarla, scriverla, rileggerla, rileggerla una seconda volta per correggere i refusi, rileggerla una terza volta per sistemare la punteggiatura e quindi inviarla. Ricordatevi che le parole sono importanti. Rimangono lì pronte a ritorcersi contro di voi se sono scritte male e danno un’idea di come siete, almeno a me lo fanno, pure nell’era delle abbreviazioni e del pressapochismo comunicazionale. Questo per dire che avvisare in modo automatico che siamo via o anche solo al cesso e che non possiamo rispondere al volo è una pratica fuori dal mondo anche perché non è vero. La gente controlla la posta elettronica anche quando è in ferie, figuriamoci se è in trasferta o in riunione. E collezionare i cosiddetti autoreply è un’attività tutto sommato divertente perché permette di avere una raccolta dei cazzi degli altri. Già è fuori dal mondo avvisare che non siete lì pronti alla risposta, scrivere anche il motivo è un affronto alla vostra privacy. Se siete in trasferta di lavoro all’estero, a casa con la febbre/emorroidi/emicrania/scarlattina, in ferie, se qui in Italia è bank holiday anche se non siete allo sportello a contare denaro sonante, se avete i figli malaticci e non potete mollarli a nessuno perché la vostra famiglia di origine vive agli antipodi. Se partecipate a un evento, a un training, al meeting termonucleare globale, sulla luna oppure semplicemente è uno di quei giorni in cui volete farvi i fatti vostri alla faccia dello sviluppo economico dell’azienda in cui lavorate, del mercato di riferimento, dello stato di cui siete contribuenti, di questo stupido mondo mondiale, tenetevelo per voi. Iniziamo un nuovo rinascimento della cura del sé, del decoro individuale, della pulizia nei comportamenti sul posto di lavoro che offriamo e ci aspettiamo di rimando. Non flaggate quell’opzione sul vostro client di posta: il mondo può aspettare e tollererà, ne sono sicuro, la vostra scelta di non esserci quando vi pare e piace.
Temevo…
m’hai ricordato questo, che avevo visto per caso qualche tempo fa: http://thumbpress.com/wp-content/uploads/2013/05/Honest-auto-reply.jpg
Il mio utilizzo dell’autorisponditore è uguale a ZERO. E trovo insulso usarlo. Se sono in riunione aspettano. Quando vado in ferie io avviso tutti quelli che dovrebbero avere a che fare con me, quindi non c’è nessun bisogno di risponditori.
Io e te ci mettiamo impegno a scrivere le mail. Gli altri dopo la terza riga sono assenti, nella lettura. Per quanto riguarda la scrittura… lasciamo stare. Il livello medio è molto basso.
Ciao io segnalo solo le assense lunghe. In effetti tutti pensano che mentre lavori corri a leggere le e mail appena arrivano. Il massimo è la mia capa che a due scrivanie di distanza mi manda le mail poi si alza e mi viene a chiedere se l’ho letta
bella 😀
mi trovo sempre d’accordo con te
la tua capa ha capito tutto. Io ho impostato un intervallo di 15 minuti per ogni check della posta, altrimenti impazzisco