la memoria che cambia la storia

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Prima di interrompermi con il consueto silenzio pre-elettorale mi preme solo ricordarvi che la differenza tra chi si sta battendo per fermare i processi irreversibili rispetto ai partiti che invece puntano sui soliti argomenti triti e ritriti – lavoro, sviluppo, corruzione, Europa e immigrazione e che due palle – in questo momento di ribaltamento delle tradizionali categorie destra sinistra alto e basso, dicevo questa differenza sarà decisiva al momento del voto. Chi si batte per cambiare davvero le cose a partire dalle condizioni di intere masse che vogliono un segnale concreto alla loro domanda di poter avere una seconda possibilità in situazioni tradizionalmente considerate come definitive ha davvero trovato la chiave per parlare contemporaneamente alla testa, alla pancia, alle gambe e alle braccia delle persone e, perché no, anche agli organi genitali. Il diritto di riavere indietro i propri soldi che si ritengono sprecati in tutti i panini mangiati da giovane con gli amici, per esempio, in cambio di come si è trasformato il nostro corpo nel tempo con tutti quegli alimenti pieni di grassi e quelle bevande ipercaloriche. Perché uno non può tornare sui propri passi e ritrovarsi con un bel gruzzoletto in più – altro che gli ottanta euro – e qualche chilo in meno per non parlare di colesterolo o diabete? O ancora c’è gente che si batte da anni per poter cambiare a ritroso il proprio curriculum formativo e potersi laureare in matematica anziché in qualche inutile disciplina umanistica trasformando così il corso della propria storia professionale per trovarsi a cinquant’anni a gestire il settore R&D di qualche mega-organizzazione multinazionale di tecnologia anziché inventarsi battute su Twitter. I temi relativi alle discussioni su nascita e maternità, sui quali l’elettorato cattolico come sappiamo è ancora sensibile, possono essere persino superati dal compromesso della negazione all’esistenza stessa. Ci sono casi limite di persone che rinuncerebbero persino all’esperienza di stare al mondo, fiaccati da un certo modo in cui stanno conducendo miseramente la propria vita, e costoro hanno tutti i motivi per ripensarci e magari giocarsi le proprie carte in un secondo momento, come vivere in un periodo di maggiori opportunità professionali, per esempio. Il nuovo orizzonte dei diritti civili è la vera sfida del futuro e solo chi si batterà per garantirli potrà contare su un così ampio consenso tale da consentire di governare e amministrare la cosa pubblica attraverso progetti a lungo termine, verso il futuro ma soprattutto verso il passato.

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