tonyface, “VINCENZO MAREGA – Sulle cose che cambiano”: GARBO (nome d’arte di Renato Abate e che, ci svela, non deriva dall’attrice Greta Garbo) è stato tra i primi in Italia a parlare il linguaggio della new wave (quella di Ultravox , Human League, Gary Numan) portandola a certi livelli (dalla Rai a SanRemo) senza mai “vendersi” artisticamente (nonostante, come riporta i fans più hardcore lamentarono il suo “concedersi” ai media nazionali).
The New Yorker, “How Smartphones Would Have Changed World History”
Converso, “La ruspa anti immigrati è nata a Modena”: L’utilizzo – non solo simbolico – della ruspa contro immigrati o minoranze etniche ha un precedente a Modena, un bel po’ di tempo prima di Salvini, che la considera “un simbolo di equità sociale”.
doppiozero, “Per una storia dell’infanzia – Roland Barthes”: Ci accorgiamo allora che il primo potere del Bambino è di ordine decorativo: il Bambino serve a riempire quelle che potremmo chiamare superfici divistiche, come le copertine illustrate o le rappresentazioni pubblicitarie, siano esse affissioni o film; la sua effigie attira una zona mitologica altrettanto meccanicamente eccitabile di quella delle cover girls. Il Bambino è oggi un Divo sociale, blandisce al tempo stesso un umore e un’estetica, sublimando l’uno con l’altra, ricavando da questa congiunzione l’idea di una morale euforica, in cui il consumatore di immagini può persuadersi che il bello è conforme al bene, e che entrambi sono alla portata rassicurante del suo sguardo e della sua conoscenza.
In nome del pop italiano, “Er Principe”
Linkiesta, “Hacker, reality e pluriomicidi: le serie tv da tenere d’occhio quest’estate”: Oltre ai grandi ritorni, come Orange is the New Black e True Detective, l’estate offre anche una discreta carrellata di serie tv nuovissime.
Minima&moralia, “Il nuovo libro di Johnny”: Per la prima volta, Il libro di Johnny condensa in un unico volume il ciclo ininterrotto del suo protagonista così come l’aveva inizialmente concepito Fenoglio – in vita una serie di ragioni lo portarono a comprimere tutto il racconto, di fatto, in Primavera di bellezza. Com’è noto, la storia editoriale fenogliana è intricata e complessa; il curatore del volume, Gabriele Pedullà, sviscera con chiarezza la questione nel saggio introduttivo (“Nei suoi quarantuno anni di vita Beppe Fenoglio sembra essere riuscito a inanellare uno dopo l’altro quasi tutti gli errori che, nei casi più sfortunati, accompagnano i primi passi dei giovani scrittori nel mondo dell’editoria”.)
Nessuno dice libera, “Si guarisce”: Penso a mia zia e alle mie amiche. Non penso, però, a chi non c’è più, penso, invece, intensamente, alla mia compagna di banco del liceo, quella che è tra le persone più care che ho su questa terra. Anche a lei un giorno hanno detto che aveva il cancro, che si doveva operare e poi la chemio e poi i capelli che cadono e la terapia farmacologica.
Canzone del giorno
In-Flight Safety – Destroy