alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 06.07.15

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DUDE MAG, “Viva Uber, viva il liberismo“: Uber è attivo in più di 300 città sparse tra 60 paesi nel mondo; in Italia è presente a Roma, Firenze, Torino e Milano. Proprio nel capoluogo lombardo, dove l’ascesa di Uber è stata amplificata da Expo, si sono verificate le proteste più violente e il 26 maggio un giudice del tribunale ha bloccato UberPOP in tutta Italia, causa concorrenza sleale: lobby taxi 1, resto del mondo 0. Le motivazioni della sentenza si basano sul dilettantismo degli autisti e l’assenza di licenza che determinerebbero «un vero e proprio salto di qualità nell’incrementare e sviluppare il fenomeno dell’abusivismo»; tuttavia la sentenza manca completamente di un’analisi dei prezzi e del mercato.

bastonate, “sono stato a vedere Tiziano Ferro dal vivo“: “Pensavo ti piacesse”, gli dissi. “Mi è scaduto quando ha fatto outing”, rispose. Dev’essere successo in quel periodo che va da quando tutti iniziarono ad usare la parola outing a quando tutti iniziarono a correggere quelli che usavano la parola outing in modo improprio. Io iniziavo ad amare Tiziano Ferro in quel periodo, non credo per via dell’outing e neanche del coming out. Credo fosse per via dei dischi.

Giovanna Cosenza, “Come l’immagine di Tsipras può appannare quella di Renzi”: In questi giorni la minaccia più forte all’immagine di Renzi – da tempo contrastata in Italia solo da quella di Salvini – è arrivata non dall’opposizione interna, ma dalla Grecia, con l’occupazione di tutti i giornali, telegiornali e siti web da parte della coppia Tsipras e Varoufakis. Parlo di immagine, naturalmente, non di politica e strategie, parlo cioè di corpo, espressioni del volto, posture, gesti, toni di voce, abiti, e di tutte le foto e i filmati che li riportano sui media.

doppiozero, “Chissenefrega di Biancaneve”:
Fardrock, “Nino Ferrer”: Tra il 1967 e il 1970 sfornerà un successo dopo l’altro di cui i due più grandi sono legati a Agata, un vecchio tango portato al successo da un giovane Nino Taranto e riproposto in chiave moderna e, naturalmente La pelle nera, una canzone che affronta il tema delle discriminazioni razziali in modo leggero e coinvolgente. Questi due titoli basteranno a concedergli sufficiente visibilità per portare in classifica canzoni orecchiabili e divertenti come Al telefono, Il Baccalà, Donna Rosa e Viva la campagna, partecipando anche per due volte al festival si Sanremo, nel 1968 con Il Re d’Inghilterra e nel 1970 con Re di cuori.

Ma la notte no, “Tutte le mamme”: Tutte le mamme si sentono giudicate. Dalla propria madre, dalla vicina, dallo zio prete, dall’autista dell’autobus, dalla maestra del nido, dal paniettiere. Da ogni essere dotato di parola e che, chissà perchè, pensi di dover dispensare consigli e pareri non richiesti.

Malvino, “Meditazioni trascendentali / 1”: Adesso è facile capire la differenza che c’era tra i due, ma nel 1972 tutti pensavano che Alan Sorrenti fosse una specie di Demetrios Stratos, è che i gargarismi in falsetto del primo sembravano apparentati alle diplofonie e alle trifonie del secondo, colpa del cerume che da un po’ intasava l’italico orecchio medio (e qui «medio» ha il suo bravo doppio senso).

Minima&Moralia, “L’uomo che dice no”: Che cos’è un uomo in rivolta? È innanzitutto un uomo che dice no. Ma se rifiuta, non rinuncia: è anche un uomo che dice sì.

onirismi et onanismi, “Il binario tre piazzale ovest”: E il treno dalla stazione di questo centro Italia una volta Stato della Chiesa si allunga tutto senza aria condizionata e va lento tra i campi di girasole e l’acqua verdognola dell’Adriatico. Si suda, si legge, si fanno i cruciverba, si parla ad alta voce nei cellulari, si bevono bottiglie d’acqua che un tempo era fresca e si aspetta.

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