non potremmo aiutarli ad ascoltare musica latinoamericana a casa loro?

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Era scritto su un volantino che qualcuno ha messo nei raccoglitori della posta condominiale nella zona. Un messaggio provocatorio ma condivisibile. C’è un caldo record e già non si riesce a dormire così, poi apri le finestre e almeno due macchine su tre passano con la radio a palla e i ritmi sono sempre gli stessi, con la cadenza da reggaeton riconoscibilissima anche dalle camere da letto. Ora premesso che non ho molti amici razzisti ma anche a me, come agli autori di quella campagna anti-salsa, è venuto il dubbio che sta roba piaccia davvero tanto agli italiani. Oppure i veri invasori sono loro, i ballerini di latinoamericana. Il mix è letale se ci aggiungi le immancabili zanzare e, ciliegina sulla torta, il consorte che russa. Sul volantino si dice basta alla bachata e al merengue estremo ma anche all’hip hop in spagnolo delle gang che gli chiedi il biglietto e ti staccano il braccio con il machete. Il mio parere, se interessa, è che una volta ero tutto per il melting pot e le contaminazioni mentre adesso, che potrei essere un bianco WASP nordamericano se non fosse per alcuni dettagli palesemente magrebini del mio viso, ho iniziato a fare dei distinguo perché mi sembra che dall’altra parte un po’ se ne approfittino. Quasi rimpiango i discotecari che ti svegliavano rincasando con gli echi della loro techno acid detroit o quel che era. A me tutto questo impeto caliente ha rotto il cazzo da un bel po’. Ero comunque indeciso se riporre il volantino nella borsa per discuterne con mia moglie dopo esser rincasato o se gettarlo via prima di entrare nella sala d’aspetto del dottore. Di certo non potevo mettermi a leggerlo davanti agli altri pazienti in attesa di essere ricevuti, c’è sempre qualche rappresentante del sudamerica o individualmente o come accompagnatrice di qualche anziano non più indipendente. Così ho deciso di usarlo temporaneamente come segnalibro ma, manco a farlo apposta, anche lì con le finestre aperte c’era un bel casino. Fuori, nel cortile su cui si affaccia lo studio del mio dottore, un uccellino di non so quale specie rara emetteva un gracidio agghiacciante e ripetuto senza sosta, in una sorta di agonia della natura che, davvero, ti viene voglia di circondarti di animali giocattolo come quelli che vendono gli ambulanti nelle strade turistiche. Non capisco come sia possibile spendere soldi per tenersi in casa animali sgradevoli, sai che due maroni avere tutto il tempo una bestia che emette un verso così repellente. So di persone che tengono in appartamento topi, ricci, serpenti e persino cani aggressivi. Ne conosco alcuni ma mi guardo bene dal metterli al corrente del mio punto di vista. Stessa cosa per chi ha la passione della musica latino-americana, perché è nato da quelle parti o perché a ballarla hai possibilità di finire a letto con qualcuno. Dissimulare il disprezzo, benché ipocrita, risulta comunque un atteggiamento efficace.

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