alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 25.07.15

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Venerato Maestro Oppure, “Studio One: là dove nacque il reggae”: Fu a casa Studio One che lo ska si sviluppò e poi si fece rocksteady, che il reggae letteralmente nacque e una sua costola generò il dub, che videro la luce le canzoni che tuttora forniscono alla dancehall un’apparentemente inesauribile riserva di ritmi e melodie. “Ogni brano era un successo, sempre e subito”, ricorda qualcuno dei tanti chiamati a raccontare una storia per certi versi accostabile a quella della Motown: pure al leggendario 13 di Brentford Road vi erano una house band (gli Skatalites la prima), autori, schiere di cantanti sempre intenti a produrre qualcosa, per sette ore al giorno, per cinque giorni alla settimana.

Gli Stati Generali, “Gli analfabeti digitali”: Non essere stato un nativo digitale ha posto la generazione degli anni ’80 sulla corsia preferenziale della transizione tecnologica e informatica consapevole? Vent’anni fa si era più pazienti. Si aspettava perché aprire una pagina Internet richiedeva quel tempo. Si faceva l’elogio dell’attesa inconsapevolmente, senza discussioni. La rivoluzione digitale ha invece fatto diventare, anche quella generazione, esigente, assetata di velocità e in preda a raptus di istantaneità.

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