fotoconfronto: star ieri e oggi. Riconoscerle è un’impresa

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Sulla colonnina di destra di Repubblica online – ma non ho nessuno dubbio che su altri siti di news sia lo stesso – ormai ha un posto fisso una rubrica sul prima o dopo di attori, stelle dello spettacolo, politici, sportivi. Una gallery in cui si mettono a confronto impietosamente le foto delle elementari o del college con quelle di oggi e che attira la morbosa curiosità di lettori come me che cercano anche in queste cose il mistero dei segni del tempo. Voglio dire, c’era il bisogno di associare agli anni che passano nel nostro organismo anche questo morphing esteriore? Non era già abbastanza avere i problemi della circolazione, l’osteoporosi o la demenza senile? Si tratta comunque di una rubrica che potete farvi agevolmente anche voi in casa come la birra, il pane o gli impianti di energia alternativa. Andate su Facebook a scartabellare negli album fotografici dei vostri conoscenti, scaricate il materiale e processate il tutto con un qualsiasi programma di editing fotografico. Magari le vittime di questo giochetto non saranno felicissimi di essere oggetto di attenzioni di questo tipo, ma tutti siamo consapevoli che le cose vanno così quindi tanto vale riderci su. C’è un aspetto sorprendente che contraddistingue tutte le persone – soprattutto di sesso maschile – che conosco io e che risalta anche solo senza mettere il prima e il dopo a confronto. I volti che un tempo erano seminascosti da capelli rigogliosi e neri oggi, sotto a pelate o tagli cortissimi imposti dalle canizie, risultano completamente stravolti nelle loro geometrie e nel bilanciamento dei volumi. Al netto di tutto ciò che è proprio della gioventù ci sono gli occhi e le espressioni in cui sono coinvolti che risaltano in un modo a cui probabilmente, distratti da barbe e da zazzere corvine, non siamo mai stati abituati. Sembra cioè che l’età spazzi via il superfluo e lasci solo l’essenziale per comunicare attraverso espressioni e smorfie che con il tempo marcano persino il resto della faccia. Le rughe sono proprio le cicatrici che quello che esce trasportato dalle nostre emozioni lascia sulla pelle, solchi che delimitano l’ampiezza e i confini dei nostri stati d’animo, ormai rodatissimi e più che consolidati dopo tutti questi decenni di esperienza nel mondo.

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