alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 16.09.15

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Gli Stati Generali, “Al college di rugby”: E’ una disciplina che allena il fisico e la mente, che obbliga il giocatore ad assumersi responsabilità, ad affinare le abilità e a condividere i momenti belli e brutti con i compagni di squadra perché se una partita di calcio può essere risolta dall’azione di un singolo o da un colpo di fortuna, la probabilità che questo accada nel rugby è minima.

minima&moralia, “Un patriota siciliano. Giovanni Falcone visto dagli Stati Uniti”: Agli americani piaceva quel magistrato palermitano tenace. Lo consideravano insostituibile, alla stregua di un proprio eroe nazionale. Falcone era l’unico che potesse offrire una visione d’insieme, completa, del crimine transnazionale. Aveva fatto comprendere loro la proiezione internazionale del crimine organizzato. Per dirla con le parole di William Sessions, già direttore del Federal Bureau of investigations: «Ci aiutò a prendere consapevolezza del fatto che per sconfiggere le mafie era necessaria una più stretta collaborazione di tutte le agenzie di law enforcement». Ne ammiravano il coraggio, la coerenza dell’impegno, la capacità di soffrire, di sopportare molto più degli altri senza arrendersi mai. Aveva conquistato senza servilismi la fiducia necessaria a soddisfare interessi reciproci. Amavano la sua concretezza e le capacità di analisi. Gli americani non hanno dimenticato Falcone.

Alessandro Gilioli, “Piccoli consigli a un governo ottimista”: A voler essere un po’ stronzi, quindi, verrebbe quasi da stupirsi che tutto questo megamix di petrolio basso, aiutini di Draghi, favori agli imprenditori e incentivi fiscali abbia prodotto finora solo quel topolino dello 0,3. Ma mi rendo conto che questa critica è etichettabile come gufa e rosicona, per usare l’alto lessico del potere attuale, quindi portiamoci a casa lo 0,3 e incrociamo le dita. Il problema semmai è – appunto – come questo 0,3 venga speso mediaticamente e che effetti rischia di provocare questa grancassa mediatica.

Rivista Studio, “Voglio una vita come Lana Del Rey”: Opposta a Miley Cyrus e alla sua sessualità gommosa – ritmi chimici, pelle di plastica – alla magniloquenza di Lady Gaga con i suoi video wagneriani e i balletti di gruppo tanto cari anche a Rihanna, Beyonce, Madonna e indietro fino a Britney Spears, Lana del Rey sbadiglia in vestaglia di seta osservando le sue rivali dimenarsi: incocainate, eccitate, saltellanti, aggressive eppure soggiogate, e camaleontiche, sempre travestite, sperimentatrici di ruoli ogni volta diversi eppure ogni volta stereotipati, volgari, deludenti.

senza filtro, “Competere per caso”: Sono cresciuto attraverso la somma di queste esperienze, non di una caratteristica specifica individuale. Se devo provare a riassumerle, dai campionati iniziali mi porto a casa il tema della passione. Chi vive quei campi lo fa gratuitamente, spesso sottraendo tempo al lavoro, alla famiglia, agli affetti.

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