agosto babbo mio non ti conosco

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Sull’otto e diciotto oggi vanno in scena i bambini. Potrei dire che fa caldo, che l’aria condizionata nel vagone non è all’altezza e che qualcuno ha aperto di quel poco che si può i moderni finestrini di cui il materiale ferroviario dedicato all’alta frequentazione è dotato. Ci sono altri particolari, i soliti. Qualcuno indossa infradito ma non se le potrebbe permettere. Solita percentuale vergognosa di gente che spippola su un dispositivo touch. Io che leggo irradiando la consueta dose di superiorità morale quotidiana. Ma oggi i protagonisti sono i nostri figli.

I miei stinchi sono presi d’assalto dalle sneakers del bambino seduto qui davanti. Peccato perché a parte questa forma di irrequietezza sembra proprio un amore di ragazzino, con il ciuffo come piace a me e la maglietta a righe che non sapete quando gli invidio. È salito con la mamma che fa l’impiegata e oggi trascorrerà la giornata in ufficio con lei. Gli passa l’iPhone e lo fa parlare con il papà, lei poco fa guardando lo schermo sorrideva a qualcosa. Sento che il papà gli chiede se è contento di andare al lavoro con la mamma ma non capisco la risposta. Si tratta comunque di una situazione piuttosto standard per chi non sa dove mettere i figli finita la scuola, finito il centro estivo, l’oratorio, finiti pure i parenti e amici a cui scroccare ospitalità.

Un’altra mamma, due sedili più in là, si fa passare da una certa Rachele la figlia al telefono e poi attiva il timbro vocale che si usa con i bambini, un concentrato di Sbirulino e di lessico famigliare. Deduco che la figlia dall’altra parte della conversazione è molto piccola perché, come ripete la mamma, si è dipinta il naso di rosso e le guance come un pagliaccetto. Come un pagliaccetto, vero amore?

Ma il mio cinismo è solo invidia perché voi maledetti bastardi siete tutti vicini ai vostri pargoli, anche se in modi diversi, e i vostri pargoli sono ancora sotto il vostro controllo e qualsiasi cosa facciano è la cosa più bella del mondo. Mia figlia in questo momento invece è ospite di un’amica in Sardegna. A giorni la raggiungeremo, ma in queste settimane che ha trascorso senza i genitori non ha sentito certo la nostra mancanza. Ha 12 anni, lei e l’amica hanno conosciuto dei ragazzi svizzeri e sembra proprio che questa volta ci sia qualche intrallazzo. Sapete come si dice, vero? Mi fido di lei, ma non fido degli altri. Poi penso a Gianluca e a sua figlia che invece di anni ne ha 16 e proprio ieri sera, in un noto borgo della riviera ligure dal nome tutt’altro che rassicurante, vista la situazione, ha trascorso il primo weekend da sola con un ragazzo, dormendo fuori. Insomma, è bene guardare sempre al peggio per trovare un po’ di sollievo.

2 pensieri su “agosto babbo mio non ti conosco

  1. Io sono reintrata mercoledì dalla riviera romagnola dove la mia novenne avrebbe dovuto rimanere fino a domenica con un’amica. Si è rifiutata “mamma, di giorno va bene, ma di sera voglio addormentarmi con voi”… lo so che è dolcissima, ma tre giorni da soli io e suo padre ce li saremmo pure fatti …

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