fammi tuo

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Se considerate quante coppie etero conoscete in cui la componente femminile è nettamente dominante rispetto a quella maschile e confrontate questo dato con la percentuale di donne al potere nelle istituzioni o nelle aziende giungerete alla conclusione che c’è qualcosa che non va. Qualcuno potrebbe obiettare che il potere che le donne esercitano negli ambienti domestici non è lo stesso che occorre per guidare un governo, un partito, una multinazionale o un colosso della finanza, o anche che i mariti alle mogli lasciano fare per quieto vivere, per non rendere il tempo in casa peggio di quello che affrontano sul lavoro, alla mercé di uomini tanto quanto loro che li vessano con soprusi sempre più crudeli. Oppure l’intero sistema politico, economico e produttivo mondiale (ho sentito anche questa, giuro) non può permettersi di andare in tilt cinque giorni al mese e che il temperamento maschile è più adatto laddove occorre mantenere degli standard sempre. O anche che la struttura degli organigramma societari non ammette la tipica dinamica che si consuma quotidianamente in case come la vostra e la mia, in cui c’è qualcuno che imposta le relazione dicendo amorevolmente agli altri che cosa o che cosa non fare. Non so cosa serva a scardinare questo sistema di pregiudizi vecchi come il cucco né se imporre i cambiamenti con i nomi delle professioni al femminile come si usa oggi, e tenete conto che in questi processi solo apparentemente di forma io trovo un grande senso di civiltà, di sapersi mettere in discussione, di lanciare segnali, sia efficace. Ho scoperto che le cose dovrebbero andare diversamente da come sono sempre andate nei numerosi ambienti ad alta frequentazione femminile in cui ho vissuto, nella mia vita. Spero di continuare ad accettare l’inferiorità insita nel mio genere anche quando sarò vecchio e, di conseguenza, indurito e amareggiato dal tempo che se ne va sempre più in fretta, e di non smettere mai di convincermi – anche dopo averci riflettuto per capire a fondo, come mi accade ora – che l’impostazione che le donne, le mogli, le figlie, le nonne, le insegnanti, le amiche danno alle cose è sempre la più efficace. Ecco, vedete, nell’elenco ho lasciato fuori le colleghe, e un perché ci sarà.

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