trattieni il respiro

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Se ti senti giù, ti viene la malinconia o pensi come sarebbe potuto essere, in generale, come prima cosa lava i denti, prendi le chiavi della macchina e cerca un panorama, il primo che trovi. Stare sul posto non serve, tanto più con i residui di cibo in bocca, e in più non c’è niente di bello da vedere, nemmeno le luci sui palazzi quando è buio, nemmeno le navi mercantili che transitano al largo se vivi al mare, nemmeno i voli intercontinentali che la prendono alla larga prima di atterrare se hai uno scalo nel raggio di qualche chilometro. Mancano persino i cani di razza con gli adulti in forma che li portano a spasso, le coppie che si sussurrano parole prima di salire a casa dell’uno o dell’altra, il rumore alternato dei sistemi di irrigazione da giardino che sbagliano gittata e bagnano la via di fronte. Il panorama non cambia mai e alla fine quello che hai dentro si esaurisce come un vasetto di marmellata e, senza sostanza, non lamentarti poi se l’amore struggente consumato per la letteratura non ti ricambia. Ma se non sai organizzarti la cosa si fa seria su ogni fronte. Il libro compensatorio non ti parla più, il film ti sbatte in faccia l’età dei protagonisti e la loro incontrastata onnipotenza, quello di riserva, con personaggi più alla tua portata, finisce però per ricordarti i motivi per i quali ti sei allontanato dalla famiglia di origine e quel senso di colpa nell’ammettere il gap con le radici e che fa soffrire quando occorre far finta di nulla. Allora ecco l’idea: vorrei essere la tua serie tv preferita, le scrivi via whatsapp, e lei ti ricambia con un bellissimo fotomontaggio con il tuo ritratto della carta d’identità incollato su una tessera inventata del club di quelli che avrebbero meritato di più, probabilmente un movimento che se avesse un leader prenderebbe il potere nel giro di una settimana.

3 pensieri su “trattieni il respiro

  1. Si ma tu scrivi bene, non è un problema tuo,
    è l internet, è la gente d oggi,
    Sai, è tutto veloce, frenetico e sbrigativo…
    Se in quindici righe non so dove vuoi andare a parare magari mi stufo e passo oltre. A volte capita.
    Di solito, per fortuna, no.

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