bisogna pur dargli una lezione

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Se dovessi preparare una presentazione per presentarmi, appunto, a dei bambini delle elementari (che adesso si chiama la scuola primaria) metterei nella prima slide quella foto che ci ha fatto quel fotografo in quarta elementare (e allora non si chiamava mica scuola primaria) con me che sorrido e ho un peperone giallo che mi ero portato da casa per la prova di disegno dal vero (che oggi si chiama still life) sul banco e indosso il colletto bianco di plastica sopra il grembiule nero (che un tempo era di moda, non chiedetemi il perché) con il fiocco blu. Punto. Mostrando questa slide direi vedete bambini anche io che sono arrivato a cinquant’anni qui da voi a scrivere senza virgole anch’io una volta sono stato un bambino di quarta. Nella seconda slide metterei una foto di me con un vistoso paio di cuffie da dj per raccontare che nel tempo libero, quando sono completamente disimpegnato, mi piace ascoltare tanta musica. Nella terza metterei una foto dei miei due gatti quando dormono l’uno vicino all’altro per spiegare che amo gli animali anche se non è vero, sapete come la penso sui gatti in casa che ti svegliano alle quattro perché hanno fame malgrado abbiano mangiato a mezzanotte. Nella slide successiva una foto divertentissima in cui c’è uno dei due gatti con la testa ficcata dentro il pentolino del latte e l’altro dietro che aspetta il suo turno, ma forse ci farei la figura del pessimo educatore e, con una classe davanti, forse non va bene. Infine, per partire con una bella lezioncina di geometria, farei una slide con la copertina di “The Dark side of the moon” e, a chi non lo conosce, una bella nota sul diario.

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