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Tra il denaro virtuale e l’uomo c’è un rapporto frustrante. La sussistenza di ciascuno di noi è garantita o meno da un valore corrispondente a un susseguirsi di addizioni e sottrazioni di cifre che si manifesta tra applicazioni che interagiscono e inviano informazioni tramite le loro operazioni matematiche. Un intero sistema digitale che si è conquistato la fiducia del genere umano. Tiriamo avanti sapendo che da qualche parte c’è un dato relativo ai nostri risparmi che varia parzialmente di ora in ora e ci consola il fatto che possiamo richiamarlo in ogni istante, sapendo però che potremmo trovarlo lievemente ridotto.

Intanto buona fortuna a tutti noi perché questa convenzione sociale che chiamiamo economia e che ci attribuisce un reddito sulla base di quello che facciamo funziona grazie alla buona volontà di qualcuno che non sappiamo nemmeno che faccia abbia. Quindi la moneta informatica (non il bitcoin, non facciamo confusione. Intendo quell’informazione che corrisponde al nostro estratto conto) è alla mercé del buon cuore di tutti quelli che concorrono alla sua esistenza. Non avendo il polso della situazione (quello che i nostri nonni chiamavano i soldi nel materasso) non ci rendiamo conto delle micro-spese che non hanno impatto sul nostro tenore di vita ma che, invece, dovremmo tenere sotto controllo.

Il contratto telefonico, le utility, gli abbonamenti Internet, il dominio del nostro sito con il service provider, la TARI, il mensile dei mezzi (o l’annuale, che comunque conviene), le imposte di bollo, i costi del conto corrente (a meno che, come me, non siate passati a una banca olandese totalmente online). Moltiplicare questi costi fissi per un indice annuo può farvi venire i sudori freddi se siete parsimoniosi come il sottoscritto. Per questo sto valutando dei tagli a questo tipo di spese, per lo meno a quelle accessorie. Amazon Prime raddoppia? Posso provare a farne a meno. Quanto sfrutto Netflix? Vale davvero la pena? Ha senso passare a una fibra più performante di Fastweb a fronte di una spesa in più di cinque euro al mese? Non c’è già una linea sufficientemente veloce per quello che facciamo in rete? Ecco, secondo me dovremmo riflettere su quella manciata di soldi che periodicamente va a intaccare i nostri risparmi e che li consuma, poco per volta ma per un valore totale che nell’insieme comincia ad assumere una consistenza piuttosto seria.

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