resistiamo anche fuori

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A mia figlia sarebbe piaciuto partecipare alla manifestazione del 25 aprile con le sue amiche ma a questo giro l’individualismo ha prevalso e siamo partiti per l’Andalusia. Lo so quello che pensate: se tutti si comportassero come plus1gmt e famiglia le strade sarebbero deserte o, peggio, si riempirebbero di gente che festeggia al contrario, proprio nel senso di stare a testa in giù come il loro archetipo. Fortunatamente la statistica viene in nostro aiuto e i cortei continuano a scorrere popolosi. Che poi non ho mai capito perché la liberazione non possa essere un patrimonio comune. Cosa pensano, i nuovi nazifascisti, che se tutti gli italiani fossero stati salottieri (del senso della repubblica mascelloniana) avremmo comunque vinto la guerra? Mentre quello con i baffi e il Parkinson faceva il bene dell’umanità mondiale togliendosi la vita nel sottosuolo di Berlino, da est e da ovest si stava facendo piazza pulita delle feroci dittature. Quindi anche dalle nostre parti non ci sarebbe stato scampo. Per festeggiare a tema, sto cercando, qui in Spagna, qualche effigie del franchismo (che non si merita nemmeno la effe maiuscola) e ascoltando la parlata spagnola cerco di riconoscere qualche parola dei testi degli Inti Illimani che comunque, con le dittature, qualcosa c’entrano. Quello che non capisco è perché a Granada si parli veramente poco l’inglese. Capirsi con i locali non è semplice. In più sono in un appartamento affittato su booking.com che ha un wi-fi veramente scadente. Mi chiedo se qui l’Europa sia arrivata. Comunque sono in grado di resistere anche a questo, almeno per un paio di giorni.

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