la solitudine dei cognomi con quattro sillabe

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Alla fine anche Max e Laura, che a quarant’anni suonati tra di loro (ma anche in pubblico) si chiamavano Cippa e Lippa, si sono lasciati. Questo vuol dire che anche se avete consuetudini intime al limite del ridicolo siete a rischio come tutti. Il fatto è che Max e Laura si erano conosciuti sul lavoro e forse quel nomignolo adolescenziale e complementare lo avevano scelto proprio a causa del cognome lunghissimo di lei. Max diceva che ci voleva troppo a chiamarla e in caso di pericolo – per esempio durante un attraversamento stradale con un bolide che arriva sparato senza averti visto sulle strisce – le possibilità di non fare in tempo a trasmettere una situazione di allarme sembravano preoccupanti.

Laura, o meglio Lippa, era una specie di assistente, bella anche se penalizzata da una specie di vistosa armonia sui fianchi finalizzata all’ergonomia in certe situazioni (ma superflua per il resto). Max, o meglio Cippa, aveva disertato una situazione famigliare consolidata per trasformare quel contratto a tempo determinato in qualcosa di più lungimirante. I dipendenti di Max (era uno dei soci dello studio legale) si dilettavano a immaginare le storie che potevano accadere dentro l’ufficio del capo, a partire dalla prima volta quando qualcosa doveva aver fatto superare il limite della relazione professionale tra i due. Come nei film, Max con un braccio libera la scrivania da ogni ostacolo al piacere (speriamo di no, il suo MacBook valeva un occhio della testa) e poi vai di cavalcata delle Valchirie. Cippa e Lippa superavano infatti entrambi il metro e ottanta e il loro darsi da fare poteva essere complicato, io che sono uno e ottantasei e prima di avere una casa tutta mia ero proprietario di una Panda, ne so qualcosa.

Prima della metamorfosi di Cippa e Lippa però di Max si diceva che pippasse per mantenere uno stile di vita di quelli in cui per lavoro occorre essere sempre su di giri, spero abbiate capito che cosa intendo. Poi però, come accade in tutte le storie d’amore travolgenti, aveva ribaltato completamente i suoi valori promettendo a Laura addirittura che l’avrebbe sposata di lì a breve. Le aveva solo ricordato il vincolo che la sua professione comportava, senza possibilità di ritorno: se siamo sulla scaletta dell’aereo in partenza per il viaggio di nozze e un cliente mi chiama, la aveva avvisata, sappi che ti devo abbandonare lì e correre a risolvere il problema. Poi però è andata come andata e per i due, ora single abbondantemente sopra i cinquanta, le cose sembrano tutte in salita.

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