compulsivi e ossessivi

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La scimmia delle serie tv mi ha tolto il piacere di guardare la tv, e se penso che per provare questo disagio pago pure dieci euro al mese ecco servita una metafora da trombone della modernità, del superfluo, del consumo e dell’opulenza molesta. Ma non voglio farvi la paternale, ci mancherebbe. Solo che ieri sera, morto di sonno, ho tirato sino alle tre di notte perché mi mancavano solo due puntate per vedere finalmente Pablo Escobar stecchito su un tetto con una pallottola piantata nel cranio.

Lo spettacolo delle serie tv crea infatti ancora una assuefazione superiore quando la trama è tratta da una storia vera e quindi sai già il finale però la sete di giustizia cresce di episodio in episodio. Per vedere il trionfo del diritto bisogna penare per due stagioni da dieci puntate di quasi un’ora ciascuna. Tutto bello, attori bravissimi, sceneggiatura impeccabile per non parlare della fotografie e dei dialoghi, ci mancherebbe.

Quello che mi chiedo ancora una volta è se non abbia senso fare un film, magari anche di tre ore, di quelli che ti tengono incollati al divano e poi chi si è visto si è visto. Invece così succede che al penultimo episodio, che è stato girato palesemente con l’obiettivo di tirarla alle lunghe per arrivare a dieci puntate, uno come me che a una certa ora per il sonno va ko si addormenta ma tanta è l’ossessione di terminare la serie che chi se ne importa, vediamo fino all’ultima puntata con gli occhi che si chiudono e pazienza se sfugge qualche particolare.

Il risultato è che l’esperienza di spettatore risulta tutta bucherellata per i colpi di sonno come quelle centinaia di cadaveri che costellano la vita di Pablo Escobar dopo le sparatorie reciproche con il suo cartello di narcotrafficanti e un po’ mi spiace perché la serie e la storia e gli attori e la regia mi sono piaciuti di brutto. Poi finisce che ogni volta giuro che non seguirò più serie, non è possibile trasformarsi in spettatori passivi di un passatempo così bello come guardare la tv solo perché il mercato ci impone che oggi bisogna stare venti ore con Netflix accesa perché non riusciamo a interrompere la visione dopo solo una puntata per volta, ma dobbiamo spararci l’intera sequenza tutta in una botta. Nel caso di Narcos, poi, mi sono anche chiesto come sia possibile per un attore che non ha il vizio girare una serie in cui deve consumare, per interpretare il personaggio, migliaia di sigarette durante le riprese. Il fumo, come le serie tv, dà dipendenza.

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