nel tempo

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Vedere come cambia il mondo e come cambiano le cose per chi ci vive (al momento io e voi che leggete) non è sempre facile e può essere paragonato a quando hai sotto gli occhi quotidianamente una persona, per esempio un figlio, e non ti rendi conto che cresce o invecchia. La vista ci condanna a un continuo presente e gli altri sensi non sono da meno. Quando la qualità dell’aria è peggiorata? Ci ricordiamo il momento in cui lo yogurt è diventato così dolce? Quando è stato che il bitrate degli mp3 ha aumentato le informazioni presenti nei file compressi e ha raggiunto la stessa completezza dei formati audio più nobili? Ci sono milioni di esempi a supporto di questa teoria che nessuno ha ancora messo nero su bianco perché, probabilmente, non è una teoria ma una cosa campata in aria. Soffermiamoci però sull’evoluzione dei rapporti umani dovuta alla rete e alle tecnologie digitali e l’impatto che hanno provocato alla sfera dell’affettività e della sessualità. Vale quanto dicevamo prima: il cambiamento non si è manifestato di punto in bianco ma si sono gradualmente consolidati comportamenti e abitudini ai quali ci siamo adattati. Non si parla di più di educazione sessuale nei preadolescenti ma come intercettare il loro sviluppo esposto alla pornografia online. C’è meno immediatezza tra le emozioni e la nostra reazione ad esse a causa della comunicazione in differita e alla difficoltà per la quale non riusciamo a esprimerle pienamente, dovendo scriverle anziché dirle e basta e avendo scarsa dimestichezza con la grammatica. Insulti e offese crescono e diminuiscono di gravità secondo parametri che esulano dal significato delle parole. La nostra personalità è sempre più multiforme per via della facilità con cui possiamo costruirci identità nelle relazioni virtuali. Le dinamiche stesse con cui si tessono rapporti rendono superflui metodi, luoghi e tecniche tradizionalmente dedicati alla pratica del corteggiamento. Nella meta-società alla cui formazione i social network hanno contribuito, un groviglio multi-dimensionale di contatti, intrecci e approssimazione dei gradi di separazione, e nel quadro entropico che emerge da tutto ciò, sapreste dire come, quando e perché ci si piace e ci si attrae ancora, tra gli esseri umani, oggi? Ci ho pensato tornando a casa in macchina, riflettendo su un piccolo irrilevante episodio che mi è capitato a sedici anni. Avevo scovato il numero di telefono di una ragazza poco più giovane di me sull’elenco – il numero di casa, ovviamente – e l’avevo chiamata per chiederle di uscire. Alla telefonata però aveva risposto il padre, un ufficiale dei carabinieri piuttosto all’antica, il quale si era rifiutato di passarmi la figlia stroncando sul nascere una relazione sentimentale. Mi chiedo come sarebbe stato l’esito della storia se fosse accaduta oggi, se io e Michela fossimo nati trentacinque anni dopo.

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