sei un mite, sei un mite per me

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La signora che ci aiuta nelle pulizie è moldava e mi augura sempre buon weekend quando si accomiata dopo che ha aspettato che asciuga. Le offro il caffè ma dice che se lo prende nel pomeriggio non dorme perché ha già una certa – come dicono i giovani – a differenza mia. Forse non immagina che ho cinquantadue anni come quel nazifascista che ha preso lezioni di buon senso davanti a tutto il mondo da un quindicenne in quel quartiere di Roma i cui abitanti non sono molto diversi dai Rom in quanto ad outfit e quindi non capisco perché gli calpestino i panini. Ho letto che Sandro, un amico che invidio perché è grande e grosso e lo rispettano tutti, su Facebook chiede ai suoi contatti se non sia il caso di iniziare a menarli, questi di Casapound. La signora che ci aiuta nelle pulizie però ha mangiato la foglia e sa che cerco di farmi perdonare una gaffe di qualche settimana fa che non vi sto a raccontare. Cerco però di allinearmi alla persona che cerco di apparire fuori da casa, l’ambiente in cui do il peggio di me mettendo “Discipline” dei King Crimson a tutto volume e provocando i miei amici di progressive estimatori di quell’album chiedendo loro se non fosse stato il caso di chiamare direttamente David Byrne a cantare i pezzi. Una mia collega mi ha detto che sembro una persona che non cerca lo scontro e che do l’impressione di essere un mite. Non sa che a me piacerebbe però essere un campione di una di quelle discipline (con la d minuscola a differenza di prima, quando parlavo di King Crimson) in cui si mescolano le arti marziali e rispondere alla chiamata dell’amico Sandro. Nonostante questo vi invito a spegnere la tv e tutti i social e a tenervi informati solo tramite questo blog per vedere se al mondo, con il mio apporto, rimane ancora qualche margine di miglioramento.

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