lo stesso diametro

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Il motociclista che sacramentava contro lo stile di guida naif della signora con la Panda beige nuovo modello l’ho visto poco più avanti, quando la coda si è mossa di un centinaio di metri, intento a raccogliere i pezzi in plastica di non so quale parte della scocca. Il tutto sotto gli occhi del venditore di fiori, il solito che sta sempre all’angolo al semaforo. Avrà più di sessant’anni e tutte le volte che passo di lì gli mollo l’euro del carrello che tengo sempre a portata di mano nel cruscotto e che uso quando faccio la spesa. Da una parte certe motociclette danno proprio l’idea di essere assemblate in quei paesi dell’estremo oriente che sono tirati in ballo ogni volta che si vuole rimarcare la qualità estremamente economica di qualcosa. Dall’altra, a un euro a botta – tenendo conto che faccio quella strada almeno una volta alla settimana in direzione del centro commerciale – prima poi darò una fortuna in beneficenza. Tempo fa mi ero imposto di girare con una moneta fuori corso. Cinquecento lire prima, cinquanta lire dopo. Hanno lo stesso diametro degli euro e se le dimentichi non è un problema. Addirittura certi brand danno in omaggio come gadget dei tondini di plastica delle dimensioni giuste per sbloccare quegli infernali sistemi con i quali è possibile incolonnare i carrelli della stessa fattura in infiniti trenini alla mercé di zelanti inservienti. Sono dannatamente tutti uguali, i carrelli, intendo, e a me è già capitato qualche volta di inforcare la spesa di qualcun altro. Se è un uomo che me lo fa notare poi ridiamo tutti e due perché a una donna non capiterebbe mai. Se è una donna è lei a guardarmi compassionevolmente perché all’uomo invece capita e io faccio la faccia dell’uomo sbadato e finisce lì. In genere mi sento più a rischio in queste cose nei giorni in cui ho la testa che è già al giorno dopo. Si tratta di giorni in cui sbaglio in continuazione le piccole sequenze rodate di gesti per portare a termine azioni di routine, le stesse che in altri momenti metto a segno senza problemi. Quando mi capita, proprio come quando mi succede di avviarmi in cassa con un carrello di prodotti che non ho scelto, mi chiedo cosa penserebbe se mi vedesse qualcuno che mi conosce bene. Il venditore di fiori vede passare migliaia di potenziali acquirenti al giorno e, nella moltitudine, sembra sempre riconoscermi, con la mia macchina anonima e fuori moda. Potrei chiedere a lui quando mi fa il cenno con la testa, come a dire che non mi devo sentire obbligato, e io abbasso il finestrino.

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