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Oggi, in tangenziale, mi ha superato una specie di astronave aliena. Piatta e di un colore sgargiante, come se il boato che emetteva accelerando sulla terza corsia non fosse sufficiente ad attirare l’attenzione, una specie di auto da corsa è passata dai trenta a mille all’ora nel giro di qualche decimo di secondo. Non l’ho nemmeno notata nello specchietto retrovisore, tanto era bassa e veloce. Poi ho sentito il rumore da freccia tricolore e, come tutti gli altri piloti di macchine da comuni mortali, ho seguito con lo sguardo quell’UFO da svariate centinaia di migliaia di euro scomparire all’orizzonte. Sempre meglio dell’attempato proprietario della Lamborghini gialla che ogni tanto la mette in doppia fila e scende con la sua compagna di abitacolo per prendere un cono a tre gusti alla gelateria del centro, la domenica pomeriggio. L’ostentazione, in questo caso, è all’opposto del nikilauda di cui sopra. In provincia mettere in piazza i soldi – non quelli del gelato – è una pratica piuttosto comune. Al contrario, dev’essere divertente infrangere il muro del suono tra Rho e Baranzate. Magari alla guida c’era un calciatore, o qualche star della fiction italiana, o un briatore qualunque. Mi diceva un collega, uno di quelli che come prima cosa notano il brand sulle chiavi della macchina, che una volta spese quelle centinaia di migliaia di euro per l’acquisto e l’ordinaria amministrazione per potersi far ammirare dai poveracci, poi gestirle e manutenerle costa poco. I pezzi di ricambio hanno lo stesso prezzo  di quelli della Panda, ma io non ci ho creduto. Il problema, credo, sia poi il carburante. Per andare così forte consumeranno un botto. Allora ho pensato che sarebbe bello essere così ricco da comprarsi una Ferrari e poi montargli un impianto GPL come quello che ho sulla mia Opel Astra SW.

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