la prossima generazione di automobilisti

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“Fai le vocine papà” è il tormentone che – almeno nella mia testa – ha sostituito “sì con riso senza lattosio”. Questo perché lo storytelling non mi è arrivato immediatamente. Ho capito solo stamattina, al miliardesimo passaggio in radio, che la prossima generazione di automobilisti può crescere sicura di sé perché ha avuto padri che si sono presi cura di loro insegnando, con una favola, il modo più adeguato per salvaguardare il cambio della macchina. E il fatto che un padre tramandi alla figlia – e non a un figlio – la ricetta per proteggere sia le parti del motore che l’investimento in un’auto nuova riducendo gli interventi in manutenzione dal meccanico espande il mercato dell’olio a nuovi orizzonti. Persino la moglie/mamma fa benzina con il marito/padre che aspetta in auto lato passeggero, in questo mondo in cui i distributori sono immersi nel contesto urbano anziché lungo qualche “rotta per casa di dio” e perdonate se, per la prima volta da quando esiste questo blog, ho citato quel subumano di Max Pezzali. Ma non dobbiamo preoccuparci. L’auto che guida la donna è una city-car, mentre il SUV del marito si gode il riposo del weekend – tanto quanto il suo proprietario stravaccato nel sedile dell’auto della moglie – nel box a due posti di proprietà dopo una settimana di uso sfrenato lungo le tangenziali di una metropoli immaginaria. Nemmeno nella prossima generazione di automobilisti le donne potranno ardire a tanto, e nemmeno quelle il cui papà – prima di addormentarsi – leggeva loro storie appassionanti come “Uso e manutenzione”, edizioni Esso, facendo quelle cazzo di vocine.

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