generatore random di abbinamenti tra vecchi cantautori che non hanno più molto da dire e giovani esponenti della trap italiana

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Le prime avvisaglie della necessità di marcare il territorio socio-culturale con qualche pisciata artistica da parte delle generazioni cosiddette boomer che hanno prosciugato le risorse al futuro dei millennials le abbiamo avute con l’aver circondato Achille Lauro, nel suo set live del concerto del primo maggio, con musicisti cinquantenni, a partire dal chitarrista di Ligabue, per non parlare della sua presenza ormai fissa a Sanremo. Quindi c’è stata l’intervista di Manuel Agnelli a Young Signorino nel corso della trasmissione tv “Ossigeno”, quando il leader degli Afterhours ha visto irrisi i suoi presuntuosi tentativi di fagocitare il nichilismo del trapper con la faccia impiastrata di non si sa bene cosa che non è caduto nel tranello di farsi ricondurre all’interno di una categoria obsoleta e agli antipodi dei tempi moderni come il punk. L’apoteosi è stata la presenza di Sfera Ebbasta in qualità di giudice a XFactor, in cui abbiamo visto Mr. Tiro su una canna lunga mezzo metro camminare a braccetto con Mara Maionchi, come fa un nipotino un po’ folcloristico con la sua nonna che, malgrado il modo in cui va conciato in giro, continua a preparargli le tagliatelle al ritorno da scuola.

Ma ora le cose sembrano essere cambiate. Le trap-star, persa la loro aura da zarri maledetti dell’hinterland metropolitano e incalzati da colleghi che premono a ragione sulla quota di marketshare per motivi più plausibili, pensate a forze della natura del calibro di Speranza e a Massimo Pericolo, tornano con la coda bassa dai padri della patria canora che – come va di moda di questi tempi tra le mura domestiche – se li riprendono nella loro casa-famiglia per ripulirli dall’impresentabilità e ri-lanciarli sul mercato dei vecchi come loro (gli unici che comprano ancora dischi) per un obiettivo facile da immaginare, dimostrando peraltro alla società che droghe, smania per il lusso e per la pornografia fanno ormai parte del passato e che quindi sono pronti per i programmi TV del prime time e per Fazio. Gli anziani cantautori che non hanno più molto da dire, assurti allo status di genitori (se non nonni) artistici, in cambio riescono a tentare qualche inedito canale di visibilità senza sapere che, invece, i bambini che imitavano gli zarri maledetti dell’hinterland metropolitano per le loro parolacce ora – vedendoli in balia dei fan boomer tra i quali i loro genitori – per marcare nuovamente le distanze con la nostra generazione passano ad altro, in modo da continuare a scimmiottare liberamente e senza pretestuose ingerenze le movenze e lo slang della generazione a cui appartengono.

L’esperienza di “+Peste” ci conferma per l’ennesima volta che puoi essere trasgressivo come e quanto vuoi ma poi arrivi a un certo punto e il sistema – notoriamente più intelligente di te – ti fa suo, per non scrivere che ti fotte, e ti crea una sottocategoria di trasgressione controllata per farti illudere che non è cambiato nulla e puoi continuare a parlare di droga, macchine, soldi e pornografia come prima ma con le parole dei boomer che ti hanno relegato in questa enclave culturale. I boomer fan dei vecchi cantautori che non hanno più niente da dire seppelliscono la loro ascia di guerra perché capiscono che non sei più un pericolo per i loro figli che, a causa tua, hanno imparato a parlare di droga, macchine, soldi e pornografia. Al contempo però, i figli passano all’ascolto di una nuova generazione di giovani esponenti della trap italiana, in cui trovano parole più cattive di quella che li ha preceduti (quella ormai annacquata nell’enclave a guida dello show business dei vecchi cantautori che non hanno più nulla da dire, per intenderci), vedi appunto le forze della natura del calibro di Speranza e Massimo Pericolo. Così i bambini possono tornare ad avere uno spazio esclusivo almeno fino a quando non si consumerà la stessa dinamica di cui sopra, in un circolo vizioso che non avrà mai fine.

Dimenticavo: “+Peste” – il titolo che ho citato prima – è un nuovo singolo che vede la collaborazione di Vinicio Capossela e Young Signorino. Senza contare che è anche un sorprendente tentativo di cover in italiano di “Inertia Creeps” dei Massive Attack che conferma lo sforzo di assoggettare la povertà del presente (a detta dei boomer) ai fasti sonori degli anni novanta, quando era tutto più intellettuale. Per questo, dopo aver attivato un generatore random di coppie di cantanti anziani italiani abbinati per puro scopo commerciale ai tempi in cui vi fu un curioso gemellaggio tra due cariatidi come Gianni Morandi e Claudio Baglioni, possiamo tentare un’analoga operazione per incentivare collaborazioni tra vecchi cantautori che non hanno più molto da dire e giovani esponenti della trap italiana però già nella fascia delle trap-star, per esempio Venditti e la Dark Polo Gang o Francesco Baccini e Capo Plaza. Continuate l’elenco voi.